sabato 26 giugno 2010

Defunti verdi e cimiteri ecologici


I cimiteri tradizionali sono da radere al suolo, da rottamare. Sono troppo inquinanti. Ecco che dall’Australia arriva una idea rivoluzionaria: i camposanti ecologici a zero emissioni senza tombe e defunti verdi. È a Sidney che si pratica la sepoltura pulita, che rispetta la natura sia in vita che oltre la morte. La soluzione è quella di realizzare aree cimiteriali solo con praterie verdi, senza lapidi, né tombe gentilizie formato grattacielo o villa al mare. La rivoluzione è stata possibile seguendo un’intuizione contenuta nel saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” di Raimondo Moncada che, nel divertente libro, tratta anche la questione della carenza cronica di spazi nei cimiteri con i defunti costretti ad aspettare il turno giorni e giorni prima di avere dimora eterna. In Australia comincia a prendere piede l’uso del Gps. Grazie a questo sistema tecnologico satellitare, le salme opportunamente trattate, vengono messe sotto terra, senza alcun segno di riconoscimento sopra. Niente lapidi, niente cippi, niente cartelli, niente targhette, niente foto, niente televisori, niente segnali del tipo: "Qui giace". Niente di niente. All’atto dell’inumazione, il Gps registra la posizione esatta dell’ecodefunto interrato per poi localizzarlo successivamente al momento della visita parenti. Al cimitero, con questo sistema, si può fare anche il pic-nic tanto è ecologico e pulito.
Il camposanto ecologico a impatto zero è il St. Francis Field, presso il cimitero di Kemps Creek nella periferia ovest di Sydney. L’ecocimitero ha una capienza attuale di 300 ecodefunti. Tutto all’interno del cimitero è ecologico: dalle bare biodegradabili, costruite senza l’impiego di sostanze chimiche nocive, al processo di preparazione alla morte della salma che avviene senza l’utilizzo di conservanti e disinfettanti, contribuendo così al riciclaggio naturale.

giovedì 24 giugno 2010

Sesso protetto al cimitero


- Famolo strano!
- E tu fammi morire!
Un angolo appartato del cimitero, nel silenzio complice dei defunti, si può trasformare in un’ alcova a luci rosse dove lasciarsi andare agli istinti primordiali e fare sesso. Si, proprio così, sesso con tre esse. Un sito sacro ed inviolabile può diventare luogo di perdizione, di piacere, lontano da occhi indiscreti e protetti dall’omertà tombale. Succede anche questo come già si è appreso nel saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore siciliano Raimondo Moncada. Quando la voglia si impossessa di te non c’è nulla da fare. Lo devi fare. E se il piacere non si impossessa di te perché l’istinto diventa abitudine, allora cerchi la trasgressione, anche quella forte, impossibile da concepire, come quello di farlo all’interno di un camposanto.
È quanto sarebbe accaduto all’interno del Camposanto di Sciacca, ridente cittadina in provincia di Agrigento, città di vacanze, di carnevale, di mare e di amore. A darne notizia è stata la stampa locale. Il telegiornale di Rmk (Tele Radio Monte Kronio) l’ha sparata nel sommario con un titolo inequivocabile: “Sesso al cimitero”. Il servizio della giornalista Noemi Tummiolo, ripreso dal portale di informazione Sciacca on Line ha illustrato cosa sarebbe avvenuto con l’ausilio delle immagini girate da un cameraman che è entrato nel luogo del misfatto, nel punto dove si sarebbe consumato un rapporto sessuale. Le immagini hanno mostrato la prova del tre per tre uguale nove: un preservativo usato e dei fazzolettini di carta usati gettati a terra, in un’area dove riposano tanti cari defunti.
“Non solo tombe profanate, atti di vandalismo e feste e festini dentro il cimitero di Sciacca. Adesso - si è detto nel servizio giornalistico - c'e' anche chi sceglie l'area cimiteraile come luogo dove consumare un rapporto sessuale. Non credeva ai suoi occhi una donna dopo essere giunta al cimitero per la consueta visita alla tomba della madre. Poco distante c'erano le tracce evidenti di un rapporto sessuale consumato verosimilmente proprio al cimitero. Un condom usato, fazzolettini disseminati per terra. L'area è quella dei loculi del Circolo L'Unione, in particolare il seminterrato".
A fare la scoperta è stata un’avvocatessa che ha scritto una lettera alla redazione per esprimere sdegno, rabbia e indignazione. “L'amara consapevolezza della barbarie umana - ha detto - ha lasciato spazio all'orrido disgusto. Voglio continuare a ritenere il cimitero ancora un luogo santo, nonostante la depravata fantasia perversa di certi sciagurati”.
Commenta poi la giornalista: “Riesce veramente difficile commentare un simile episodio. Ci sono stati in passato atti di vandalismo, tracce di sedute spiritiche, tombe profanate, feste e festini dentro il cimitero con tanto di cartoni della pizza e bottiglie di birra e altre bevande lasciate nei pressi delle tombe. Ma che si arrivasse a tanto, nessuno lo avrebbe immaginato”.

sabato 19 giugno 2010

Gabbiani attaccano familiari defunti


Una visita alle tombe dei nostri cari con casco protettivo. È diventato quasi obbligatorio per entrare al cimitero monumentale della Foce, a Imperia. Lo apprendiamo dal sito del giornale il Secolo XIX ed è una curiosità degna del saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi" dello scrittore Raimondo Moncada .
Il pericolo al cimitero della Foce non è rappresentato da fucilieri, da mafiosi che sparano, da bande di vandali che lanciano pietre, dai piccioni che si divertono in aria a bersagliare i sottostanti con proiettili di cacca perforante. No! Il pericolo sono i gabbiani, lontani parenti del leggendario gabbiano Jonathan Livingston. I gabbiani si sono impossessati degli spazi terra-aria del camposanto ligure tanto da non gradire presenze umane e disumane. Chi si azzarda a varcare il cancello del cimitero di Imperia rischia di essere puntato dal gabbiano di turno ed essere aggredito malamente, così come riportano le tante testimonianze raccolte dal giornale. I dolenti che non vogliono rischiare la pelle e piangere per le dolorose beccate, si portano dietro un casco integrale da motociclista, opportunamente omologato, che indossano per arrivare fino al luogo dove è sepolto il proprio caro.
Per avvertire del pericolo gli ignari visitatori, il custode del camposanto ha dovuto mettere un cartello in bell'evidenza all’ingresso dell'area sacra: "Attenzione, gabbiani aggressivi".
“Sono ormai settimane – scrive il Secolo XIX - che gli uccelli tengono in scacco l’area di via San Rocco, creando grande apprensione tra le persone che frequentano il monumentale per visitare i propri cari. Fino a quando, domenica, un’anziana è letteralmente scappata senza nemmeno recarsi sulla tomba di famiglia, inseguita da un enorme gabbiano”.
C’è chi, per difendersi, sta riesumando vecchi elmetti di quando il caro marito era militare o intere armature in acciaio inossidabile di quando lontani parenti facevano i cavalieri della tavolata rotonda. Ma un altro posto, i gabbiani non l'avevano per dimorare? Cosa ci trovano di così attraente? Un mistero. Forse che i gabbiani cimiteriali sono delle entità ultraterrene a guardia di non sappiamo cosa?

Furti di membri preziosi nei cimiteri


C’è chi, disperato, si reca al cimitero anche per rubare membri, dopo una vita trascorsa a guardare gli altri divertirsi. È quanto ha anticipato Raimondo Moncada nel suo saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi", operano bande specializzate in furti con destrezza, con i componenti abili a distrarre le salme con allucinogeni, con barzellette, con immagini hard o con finte promesse.
Sul camposanto di Staglieno, da quanto apprendiamo dal portale dell'agenzia Ansa, c'è un’inchiesta dei carabinieri della Compagnia di Portoria di Genova scattata in seguito a una denuncia anonima fatta un mese fa dove l’anonimo denunciatore ha denunciato furti di protesi e denti d'oro, ma anche di monili e arredi di marmo durante la riesumazione delle salme dopo i vent'anni dalla sepoltura. Gli inquirenti hanno così fatto partire gli accertamenti che sono ancora allo stato embrionale. I reati ipotizzati vanno dal vilipendio di tombe alla sottrazione, distruzione e soppressione di cadavere, dal peculato al furto di arredi di interesse storico ed artistico. Tutto sarebbe avvenuto, secondo quanto preliminarmente ipotizzato, nella sala lavori del cimitero, dove i resti riesumati dopo i vent'anni trascorsi dalla sepoltura, sarebbero stati spogliati di tutto ciò che potesse fruttare del denaro: dalle dentiere alle protesi ortopediche, dall'oro ai gioielli. I materiali sottratti sarebbero stati poi nascosti negli armadietti in attesa di essere rivenduti.
Altri dettagli li leggiamo sul sito del Corriere: “Tutto il materiale era selezionato, stoccato e rivenduto. Le protesi dentali, se non d'oro, erano piazzate su un mercato nero di cui persino i carabinieri ignoravano l'esistenza. Dalle protesi ortopediche, gli «sciacalli» ricavano le leghe pregiate ed il metallo raro, come il titanio, che riuscivano a rivendere senza problemi. La stessa fine faceva l'alluminio delle bare che venivano svuotate, pressate e rivendute a peso”.
Attendiamo l’esito finale delle indagini e poi vi sapremo dire il resto.

venerdì 18 giugno 2010

Estetico dei morti licenzia becchino


Cadaveri sempre più belli e gradevoli alla vista. Non solo i vivi ma anche i morti hanno il problema dell’apparire. L’estetica per le salme è diventato una questione di vita o di morte. Alla fine ha avuto ragione la previsione dello scrittore Raimondo Moncada nel suo saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”.
La regione Campania fa da battistrada in questa rivoluzione di civiltà. Il vecchio e romantico becchino verrà sostituito da una figura professionale sempre più moderna e al passo con i tempi. Dal prossimo anno arriva l’operatore del sevizio di tanatoprassi che avrà il compito di curare la cosmesi del cadavere oltre che essere preparato professionalmente sulle norme igienico-sanitarie nei cimiteri. I camposanti cittadini potranno insomma contare su un vero e proprio "estetista del defunto" con tanto di truccatore, massaggiatore, parrucchiere e sarto. Il nuovo becchino, o meglio il tanatopratico, o meglio l’estetista salmastro, si preparerà apprendendo tutte le tecniche di “imbellimento” del cadavere grazie ad un apposito corso teorico e pratico patrocinato dalla Regione Campania.

Il Corriere del Mezzogiorno, nel riportare la notizia, dà “per scontati gli inevitabili scongiuri di quanti leggeranno quest’articolo (inevitabilmente un po’ macabro)" e da "atto alla passata giunta regionale di aver tentato di mettere ordine nella complessa materia funeraria in Campania”. “Tanto da aver creato – ricorda - la singolare figura del consulente ai funerali con un’avvocatessa che ebbe l’incarico di esprimere un parere sulle norme in materia”.
“A mettere ordine nel settore pompe funebri – leggiamo ancora sul Corriere del Mezzogiorno - ci hanno provato in tanti, in maniera bipartisan. Così nel giugno dell’anno scorso la Regione ha deliberato corsi di formazione professionali per il personale delle imprese funebri. Dal direttore tecnico delle imprese fino all’operatore del servizio di tanatoprassi. Anche questa volta però non mancano gli aspetti curiosi. Se infatti appare perfettamente logico e di buon senso che il becchino del terzo millennio debba apprendere le «nozioni igienico sanitarie nell’ambito della trattazione dei cadaveri e dell’attività cimiteriale», più singolare è giustificare la perizia che il necroforo dovrà avere nei «vari tipi di trattamento per la cosmesi del cadavere». Dovrà infatti apprendere tutte le caratteristiche di imbellettamento della salma con apposito corso teorico pratico”.

Il programma completo del corso lo leggiamo sul sito dell’Assoform di Casoria in provincia di Napoli.
Contenuti del corso:
"L’operatore dei servizi di tanatoprassi svolge attività di preparazione delle salme al rito delle onoranze funebri. I corsi sono rivolti agli operatori dell’attività cimiteriale e permettono l’acquisizione del previsto titolo professionale, indispensabile per poter accendere un corretto rapporto di lavoro con imprese funebri. Il presente percorso formativo risponde a quanto stabilito dalla Legge Regionale 24 novembre 2001, n. 12 “Disciplina ed armonizzazione delle attività funerarie” ed in particolare dell’art. 7, che prevede l’istituzione di appositi corsi professionali per operatori funerari e cimiteriali, allo scopo di migliorare le competenze professionali di coloro che operano o che intendono operare in questo settore.
Per chi fosse interessato a fare il truccatore delle salme ecco alcune informazioni utili per accedere al corso di operatore dei servizi di tanatoprassi".

Requisiti d'accesso:
Licenza Media

Durata complessiva:
400 ore

Programma didattico:
- Moduli di Base
- Elementi normativi di base
- Nozioni igienico-sanitarie nell’ambito della trattazione dei cadeveri
- Nozioni igienico-sanitarie nell’ambito dell’attività cimiteriale
- Caratteristiche dei vari tipi di trattamento per la conservazione di cadavere
- Caratteristiche dei vari tipi di trattamento per la cosmesi del cadavere
- Rapporti con i dolenti e con il pubblico

domenica 6 giugno 2010

Il caro estinto, l'umorismo di Waugh


“Il caro estinto”. È il titolo del libro del celebre scrittore umorista inglese Evelyn Arthur Waugh edito in Italia da Bompiani.
Evelyn Arthur Waugh è conosciuto per i suoi romanzi satirici come Declino e caduta, Scoop, Una manciata di polvere, Corpi vili. Molte delle sue opere graffiano l'aristocrazia inglese e l’alta società della sua epoca con una satira implacabile che non lascia scampo, raggiungendo toni di amara comicità.
L’argomento de “Il caro estinto” è lo stesso affrontato umoristicamente dallo scrittore italiano Raimondo Moncada nella sua opera satirica “Ti tocca anche se ti tocchi” dove si mettono a nudo le ipocrisie di una società che mette in scena il dolore suscitando involontaria ilarità su un argomento tabù qual è la morte.
Ma di cosa parla esattamente il “Caro estinto” (The Loved One)? Quali i contenuti dell'opera?
Lo leggiamo dal sito della libreria Rizzoli.
Dopo una disastrosa esperienza a Hollywood come sceneggiatore, il poeta Dennis Barlow è costretto a impiegarsi in un cimitero per animali domestici. Ma è in occasione del funerale di un amico suicida che Dennis scopre i "Boschetti Mormoranti", una singolare organizzazione funeraria finalizzata a rendere graziosa la morte, quasi fosse una vecchia signora imbellettata. Tutti ai "Boschetti Mormoranti" sanno come rendere presentabile, addirittura bello, un cadavere. In questo clima di macabra gaiezza, Dennis si innamora di Aimée Thanalogenos, una delle estetiste del cimitero, la quale però è indecisa tra il fascino del giovane corteggiatore e l'incanto imbalsamatorio del suo capo (che per conquistarla le invia per gli estremi ritocchi cadaveri sorridenti!). Un grande umorista inglese alle prese con il paradosso della società americana, che vanamente tenta di esorcizzare con un maniacale culto delle sepolture la propria paura della morte.

Funerali con sconti divertenti


Uno sconto di 400 euro sul funerale che verrà. È l’allettante offerta del consorzio di onoranze funebri di Bari Funeral Center, lanciata con una divertente campagna promozionale che ha come slogan “Un servizio che ti stende”. La morte, insomma, si rende conveniente ed ha la capacità di far ridere, così come ci ha dimostrato lo scrittore Raimondo Moncada nel suo libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”.
In questi giorni non si parla d’altro a Bari, dove viene distribuito un volantino di quattro pagine nelle strade, nelle piazze, nei negozi e nelle cassette dei baresi. C'è una città sommersa di risate. Il volantino funebre non invita a morire, ma offre una interessante convenienza per quando verrà l’ora del trapasso non disdegnando a dare utili consigli per vivere a lungo e bene. Leggiamo sul pezzo di Barisera.it, a firma di Francesco Petruzzelli, che il consorzio funebre Funeral Center “offre 400 euro di sconto sull’intero importo dei prezzi di listino – da utilizzare fino al ‘fatidico momento’ – per chi entro il 30 dicembre 2010 contatta l’agenzia funebre con la possibilità anche di finanziamenti. La formula è stata ribattezzata con tanto di lapide (ovviamente) R.i.p, acronimo di rateizza il pagamento”.
A ideare la campagna pubblicitaria, è stata la Promostudio di Luca Rutigliano. “E’ un modo – spiega Rutigliano a Barisera – per sdrammatizzare l’idea della morte. Ovviamente non la auguriamo a nessuno, anzi diamo anche dei consigli per evitarla. Il nostro concetto si basa sulla morte naturale. Sapevamo che con questo volantino in molti si sarebbero grattati, ma almeno strappiamo anche una risata”.
Sono stati stampati in tipografia 150 mila volantini, e fra poco dovrebbero arrivare anche grandi manifesti murali 6 metri per 3 che a vederli, alla guida di un’auto o di una moto, rischi di finire male occupando entranbe le mani col grattamento.
Lo studio pubblicitario pensa anche di realizzare uno spot televisivo.
“Non avevamo altri mezzi per farci conoscere – spiega sempre al giornale barese uno dei titolari dall’agenzia funebre, Marco Trani -. Questo è un mercato molto agguerrito e si va avanti col passaparola. E’ difficile fare promozione sulla morte”. Nei primi 5 giorni dall’avvio del volantinaggio centinaia le telefonate giunte all’agenzia. In molti ci hanno fatto i complimenti. Già 20 persone hanno prenotato i 400 euro di sconto. La spesa per un funerale non si può programmare. Quando arriva ti coglie impreparato e lo sconto i parenti del defunto lo chiedono sempre”.
Il giornalista Francesco Petruzzelli, dopo avere esordito evidenziando che “durante la lettura dell’articolo sono ammessi scongiuri, cornetti e ‘toccatine’ al ferro o alle parti basse…”, chiude simpaticamente il servizio invitando i suoi lettori di lasciar perdere le ‘toccatine’. “Ora le mani – dice – si possono usare per sfogliare il giornale”.
La campagna promozionale, ci riferisce il giornalista, è diventata in pochi giorni un vero e proprio caso a Bari, “da consegnare e da raccontare ai posteri per chi – è proprio il caso di dirlo – vivrà più a lungo…”
“Una volta c’erano – ci fa riflettere Petruzzelli - gli sconti per andare in vacanza, quelli per comprare un condizionatore, ma gli sconti da funerale non si erano mai visti”.
Ne ha parlato ampiamente Raimondo Moncada nel suo saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dove c’è un intero capitolo dedicato alla pubblicità funebre divertente e altre pagine dense di singolari curiosità funebri.

giovedì 3 giugno 2010

Moto funebri per defunti esigenti


C’è anche il primo carro funebre a due ruote. E sarebbe il primo esemplare del genere nella storia dei trasporti. Una bella notizia per i defunti esigenti o per i familiari che decidono di fare cosa gradita al proprio caro estinto. Un’azienda di pompe funebri gestita da un ingegnere meccanico di Auckland, in Nuova Zelanda, ha avuto la singolare idea di trasformare una Harley Davidson in un carro funebre o più precisamente in un veicolo da trasporto funebre. La moto funebre è capace di trasportare fino a 440 libbre, ovvero 200kg, di cassa da morto.
È una curiosità di cui siamo venuti a conoscenza, assieme alla foto che vi mostriamo, grazie a Yahoo Auto e che allunga l’elenco di fatti strani e divertenti raccontati dallo scrittore Raimondo Moncada nel suo libro umoristico dal toccante titolo “Ti tocca anche se ti tocchi”.
È un’idea che Yahoo Auto definisce più che agghiacciante e di cattivo gusto, affermando che si ha difficoltà a inserirla nell'elenco del kitsch o in quello dei fuori di testa.
Il meccanico, con un geniale tocco di creatività, ha preso una Harley Davidson e l’ha allungata come un elastico, rinforzando il nuovo telaio e inserendo dei doppi comandi. La moto funebre, che si presenta con due manubri, richiede l’intervento di due guidatori, uno di davanti e uno di dietro. Il pilota anteriore direziona il mezzo intervenendo sulla forcella. Il pilota posteriore comanda cambio e acceleratore.
Il passeggero – e solo lui – viene fatto alloggiare alla base del telaio, tra un pilota e l’altro. La propulsione, ci informa sempre Yahoo Auto, è affidata ad un motore Harley Davidson da 1340cc, dotato di puleggia maggiorata per accorciare i rapporti e aumentare la coppia motrice, elemento necessario per spostare la massa di moto e bara.
La forma e le modanature della cassa, pensiamo, contribuiscono ad aumentare l’effetto aerodinamico della moto funebre. Per il passeggero defunto, specie se in vita è stato un motociclista o un’amante della due ruote, sarà un’esperienza mozzafiato memorabile, che difficilmente si potrà dimenticare: un’ultima volta in giro su una moto, all’aria aperta e ad alto tasso d’adrenalina.

mercoledì 2 giugno 2010

Fiori morti al cimitero, divieti lacrimevoli


Sono peggio delle sigarette. I fiori vivi fanno male: inquinano i cimiteri e nuocciono gravemente alla salute dei cittadini vivi. Chi li introduce nei camposanti rischia multe salate e sanzioni lacrime e sangue. Accade a Bacoli, cittadina in provincia di Napoli. I fiori nel camposanto di Bacoli nel periodo estivo non possono essere freschi ma, pensiamo, possono solo essere finti, plastificati, virtuali, disegnati oppure mosci, appassiti, senza petali, morti. La freschezza vegetale è vietata da un provvedimento del responsabile del Settore X del Comune napoletano “Visibilità e Servizio Cimitero” Giovanni Capuano. E' per ragioni igieniche e di salute pubblica. I fiori freschi possono far morire i parenti degli ospiti del luogo santo.

Il testo si può consultare direttamente sul sito del Comune di Bacoli, mentre altre notizie curiose dello stesso genere si possono leggere nel libro umoristico di Raimondo MoncadaTi tocca anche se ti tocchi”.

Il provvedimento del dirigente del Comune di Bacoli “diffida i cittadini dall'introdurre fiori freschi nel Cimitero Comunale per il periodo estivo e precisamente dall’1 giugno al 31 agosto 2010”.
Ma perché un divieto del genere contro una consuetudine, contro un gesto così sentito? Il motivo è spiegato nella prima parte del provvedimento. Eccolo: “
“Premesso che durante i mesi estivi, con l’innalzarsi della temperatura, è necessario porre in essere provvedimenti tesi alla prevenzione di fenomeni di inquinamento, nocivi per la salute dei cittadini;
che la presenza di fiori freschi nel Cimitero Comunale rappresenta una potenziale causa di inquinamento, per la rapida decomposizione determinata dal caldo intenso;
Atteso la necessità di un intervento di sospensione della introduzione di fiori freschi, limitatamente al periodo estivo ed in conformità ai provvedimenti attuati negli anni precedenti”.
Guai a fare i furbi. Chi si azzarda a introdurre i fiori freschi al cimitero da portare al proprio caro defunto, sarà severamente rimproverato e sanzionato fino alle lacrime. Il dirigente del settore cimiteriale chiede espressamente al personale del camposanto cittadino, al comando della Polizia Municipale e al presidio sanitario di Bacoli di attuare le disposizioni della diffida. E per i fiori che crescono spontaneamente nelle aiuole, nelle aree a verde del cimitero come la mettiamo?
Intanto, cominciano a fioccare i malumori e le proteste di cittadini e di associazioni quasi increduli. Prende posizione Noiconsumatori.it che nel proprio sito ufficiale pubblica il proprio punto di vista. “Un delibera assurda che non è utile nè funzionale per la cittadinanza - spiega l’avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori.it -. Come fanno dei fiori freschi ad inquinare? Le piante sono risorse naturali che non possiedono alcun agente capace di recare danno all’ambiente ed alla salute pubblica, anzi semmai è il contrario. Vietare una consuetudine antica come quella di omaggiare i propri cari estinti è immorale. La cosiddetta delibera anti-inquinamento non fa altro che calpestare il diritto e la libertà di culto dei cittadini”.
Bacoli non è comunque l’unico comune a prendere una decisione simile. Altre cittadine stanno seguendo la stessa linea. San Nicola La Strada, comune campano in provincia di Caserta, ha vietato l’introduzione nei cimiteri non solo di fiori freschi ma anche di ceri. Il divieto, contenuto in una ordinanza sindacale, va dal primo giugno e fino al primo ottobre.
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