I defunti aiutano a campare. Specialmente
se continuano ad avere la pensione da morti. È sempre attuale il saggio umoristico “Ti
tocca anche se ti tocchi” di Raimondo Moncada.
Apprendiamo dal sito del Giornale
di Sicilia, che la Guardia di finanza di Palermo ha denunciato 41 persone accusate
di avere incassato indebitamente le pensioni di cari, anzi carissimi defunti. Nella
loro veste di “delegati” alla riscossione o cointestatari di conti correnti o
libretti di risparmio, avrebbero percepito ratei di pensione in date successive
a quelle del decesso dei titolari degli emolumenti.
L’indagine rientrerebbe nell’operazione denominata
“Carissimo estinto” che nel 2011 portò alla denuncia di ben 441 persone. Al termine di ulteriori accertamenti, leggiamo
sul sito del Gds, i finanzieri hanno scoperto altri casi, e tra questi anche la
vicenda che riguarda la riscossione della pensione di una persona morta 25 anni
fa.
Il
danno arrecato alle casse dell'erario viene conteggiato in circa 900 mila euro (la cifra raggiunge quota 2 milioni di euro se si considerano
i casi emersi nel 2011). L'indagine è stata portata avanti incrociando le banche dati Inps e Inpdap con la lista delle
persone decedute negli ultimi anni risultante all'anagrafe del Comune di
Palermo.
Secondo
quanto accertato dalle Fiamme Gialle, chi percepiva indebitamente le somme avrebbe sottoscritto una dichiarazione con cui si attestava l’esistenza in vita del
titolare morto della pensione, come per dire: “Mors tua vita mea”.
C’è
ancora da svolgere il processo dove si forma la prova e dove l’accusato potrà
adeguatamente difendersi in vita, senza però poter chiamare a testimoniare le
persone defunte finite nell’inchiesta “Carissimo estinto”.
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