sabato 8 gennaio 2011

I defunti con i posti riservati sono una fortuna


I defunti hanno pari diritto dei cosiddetti vivi. Sono uguali di fronte alla legge. Hanno pagato per una vita le tasse e se lo desiderano possono continuare a godere di benefici e agevolazioni anche dall’aldilà. Non si capisce dove sta lo scandalo. I morti non muoiono mai. Se in vita hanno avuto la patente di guida, perché una volta passati all’altro mondo debbono averla ritirata? Così anche per il contrassegno speciale per parcheggiare l’auto nell’area di sosta riservata a particolari categorie di utenti. Uno muore ma per il vivo il defunto rimane sempre vivo. Ed è quello che sicuramente è capitato e continua a capitare nelle città italiane dove periodicamente vengono “scoperti” utenti che prendono per così dire "in prestito" diritti acquisiti dai propri cari defunti anche nel settore della circolazione stradale oltre che in quello pensionistico.

I defunti non finiscono mai di stupire. La morte viene sfruttatata, viene spremuta dai vivi, per ricavarne fortune. Il concetto viene espresso con la sua chiarezza disarmante nel saggio umoristico "Ti tocca anche se ti tocchi".
Leggiamo dall’Agenzia Ansa che, da una verifica effettuata dalla Polizia Municipale di Pescara, “quattrocento permessi per la sosta gratuita dei disabili sono risultati intestati ad utenti deceduti e ancora in circolazione” nella città abruzzese. “Nel 2010 sono stati ritirati 20 contrassegni perché utilizzati nonostante fossero scaduti, e sono state denunciate sei persone con l'accusa di falso, in quanto sorprese a usare dei pass senza averne diritto”. Quasi duemila le sanzioni elevate per sosta su spazio invalidi o in corrispondenza degli scivoli e 1.425 i veicoli rimossi.

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