giovedì 30 settembre 2010

Farmaco scaduto salvavita


Il farmaco sta per scadere e l’iniezione letale viene sospesa. Niente condanna a morte. Il condannato può farsi male. Il medicinale scaduto può provocargli prurito, infezione alle vie urinarie, rutti incontrollati, peti all’urbina. Grande dimostrazione di civiltà in America dove ancora vige la pena capitale. La giustizia è giustizia. L’assassinio di Stato, come afferma lo scrittore Raimondo Moncada nel suo saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”, deve rispettare tutte le leggi a garanzia del cittadino che deve essere giustiziato. Ti uccido ma ti uccido bene, regolarmente, secondo le regole civili, democratiche, nel rispetto dei protocolli sanitari internazionali. Ti tiro il collo ma la corda, ti assicuro, è a norma! Ti mozzo la testa ma la ghigliottina, te lo metto per iscritto, è collaudata! Ti fucilo ma le pallottole del plotone di esecuzione, te lo certifica il notaio, sono regolamentari! Ti asfissìo dentro la camera a gas ma il gas, te lo giuro, è conforme alla convenzione internazionale per i diritti dell’uomo! Ti carbonizzo nella sedia elettrica ma il mobile, te lo attesta l’Enel, ha un impianto che rispetta i parametri Cee.
E' accaduto in California, apprendiamo dal Corriere, che “la Corte Suprema ha respinto il ricorso delle autorità locali che volevano giustiziare in tutta fretta Albert Greenwood Brown, condannato a morte, prima della data di scadenza dell'ultima dose di uno dei tre farmaci usati per l'iniezione letale”. “L'uomo era stato condannato per aver stuprato e ucciso una ragazza nel 1982.”
Ora il condannato a morte se la ride, auspicando un nuovo colpo di scena o in regalo il libro “Ti tocca anche se ti tocchi” con cui lo scrittore Raimondo Moncada insegna a morire dal ridere.

martedì 28 settembre 2010

Divertente pubblicità sulla vita

L'esistenza umana in pochi secondi. Pubblicità diverte e stupenda. E' della Xbox. Complimenti ai creativi. La vita è un gioco che dobbiamo giocare nel tempo che ci è stato concesso!


giovedì 23 settembre 2010

Gaffe al funerale, piange su bara sbagliata


Si tuffa sulla bara sbagliata e piange urlando di straziante dolore per la cognata che però non c’è, tra lo sbigottimento dei parenti veri del defunto dentro la cassa. Teatro dell’incredibile errore è stata la chiesa Maria Santissima della Catena di Riesi, in provincia di Caltanissetta. Una gaffe imperdonabile che ha inevitabilmente suscitano malcelati sorrisini tra i presenti.
Non è l’unica che si commette. Il libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada passa in rassegna le gaffe più clamorose che spesso si commettono durante gli austeri riti funebri e che suscitano irrefrenabile ilarità anche tra i dolenti.
Ma ritorniamo alla gaffe di Riesi. Protagonista una donna che ha creduto di trovarsi alla celebrazione del funerale della cognata. Il funerale della congiunta non si è però celebrato per il ritardato arrivo dal Belgio della salma. Per pura coincidenza, nella stessa chiesa e alla stessa ora è stata celebrata un’altra funzione funebre. La parente della salma belga, arrivando in ritardo in chiesa e non essendo stata avvertita in tempo come altri del ritardato arrivo della salma dal Belgio, è entrata in basilica. Credendo di trovarsi alle esequie della parente, si è diretta verso la bara. Ai piedi del feretro ha cominciato a piangere, a disperarsi, a gridare elogiando la figura della familiare scomparsa, completamente ignara che dentro la cassa non c’era la cognata ma bensì un altro corpo e per giunta il corpo di un uomo. Alla vista della sconosciuta disperata, i veri parenti del defunto e lo stesso sacerdote celebrante hanno assistito allibiti a quella improvvisa scena di disperazione chiedendosi giustamente chi fosse quella donna e perché quello scoppio di inspiegabile strazio.
Solo dopo un po’ di tempo, ripresasi dalla crisi di pianto, la signora ha iniziato a sospettare qualcosa di strano. Solo dopo essersi staccata dal feretro e aver visto gli occhi di tanti sconosciuti vestiti di nero che la guardavano allibiti, si è resa conto di aver commesso una dolorosa gaffe: piangere in chiesa al funerale di un estraneo. La donna, sicuramente mortificata e con la coda tra le gambe, si è scusata con i presenti ed è uscita mestamente dalla porta secondaria della chiesa. La cerimonia funebre, dopo l’imprevisto contrattempo, è ripresa normalmente, tra l’imbarazzo del prete e le risate di qualche presente addolorato.

martedì 21 settembre 2010

Gps per non sparire al cimitero


Il tuo caro estinto è ben nascosto al camposanto e non lo puoi più rintracciare? Ti perdi al cimitero e non riesci più a trovare l’uscita nello spaventoso labirinto di viali, vialetti e violini? Nessun problema! Arriva il soccorso tecnologico, così come ampiamente anticipato nel saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada. In Israele, ci informa l’agenzia di stampa Adnkronos, è nata dead.com in grado di offrire servizi altamente innovativi come la trasmissione sul web di immagini in diretta di funerali live, il noleggio di dispositivi con sistema Gps per la precisa individuazione della tomba del proprio caro estinto con informazioni sia geografiche che biografiche, l’invio di messaggistica via sms per la fornitura di indicazioni utili al parente del defunto, la messa in vendita di supporti informatici contenenti le riprese della funzione di commiato da poter vedere con tranquillità nel televisore del salotto in famiglia.

Queste sono solo alcune delle straordinarie innovazioni messe a punto dalla società di onoranze funebri israeliana Chevra Kadisha. La società, apprendiamo paro paro dall’agenzia di stampa Adnkronos, negli ultimi mesi ha investito parecchi denari per il proprio rinnovamento tecnologico.
''Negli ultimi due mesi abbiamo sviluppato un sistema per individuare la tomba via sms'', ha spiegato al quotidiano israeliano 'Yedioth Ahronoth' Yossi Zrock, capo dei servizi tecnologici della Chevra Kadisha. ''Se, per esempio, arrivi al cimitero e non sai dov'è la tomba, digiti il nome del defunto (e lo invii, ndr) a *4664 e in pochi secondi vengono inviate (sul cellulare, ndr) le indicazioni'' per raggiungerla, ha aggiunto Zrock. La Chevra Kadisha, ha proseguito, sta attualmente sviluppando un sistema Gps per individuare la tomba con i telefoni cellulari. "Queste tecnologie vengono richieste dai grandi cimiteri, come quello di Holon, dove ci sono oltre 220mila tombe. Le persone possono perdersi'', ha spiegato Zrock. Presto, ha quindi promesso, una volta arrivati al cimitero sarà possibile affittare per 20 Nis (circa 5,3 dollari) un dispositivo che, oltre a condurre alla tomba richiesta, provvederà a illustrare foto del defunto e a fornire particolari sulla sua vita. La Chevra Kadisha di Tel Aviv, inoltre, offre la possibilità di diffondere il funerale sul Web. In questo modo amici e parenti che non potranno recarsi di persona alla funzione funebre lo faranno online. Il costo del servizio varia da 200 a 300 Nis (da 53 a 80 dollari). Un Cd della funzione sarà acquistabile con 50 Nis in più, circa 13 dollari."

Picnic al camposanto senza vino


Picnic al cimitero. È il titolo di uno degli esilaranti capitoli del libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada. Fantasia horror? Può darsi! Ma la realtà come sempre supera di gran lunga la più fervida e perversa immaginazione. Dal quotidiano online La Provincia di Varese apprendiamo infatti che il camposanto di Casorate Sempione è stato scelto una di queste ultime notti per consumare un lauto e lieto banchetto tra gli spettrali sepolcri ed il silenzio stupito dei cari estinti.
Pasta, una confezione di sei uova, due fette di carne e alcuni panini. Sono gli alimenti che sono stati consumati per un picnic notturno sopra due tombe, una delle quali aperta per lavori di manutenzione. Mancava soltanto da bere. Nessuna traccia di vino, birra, aranciata, chinotto, gassosa o coca cola. Sono state invece rinvenute sull'insolito sito mangereccio alcune candele, consumate ma sicuramente non mangiate. Le candele sarebbero servite solo a fare luce nell’improvvisata e anomala trattoria all’aperto. La presenza dei lumini ha fatto pensare al satanismo e a riti esoterici. Ma per le autorità locali si tratterebbe solo di una goliardata macabra, sciocca e irriguardosa nei confronti di un luogo sacro. Non si sono infatti riscontrati danni o profanazioni di sepolcri. Le tombe utilizzate per lo strano banchetto sono state solo insozzate. L’episodio è stato segnalato ai carabinieri di Gallarate e alla polizia locale.
Sono tanti i gesti irriguardosi. Manca soltanto, come scrive Raimondo Moncada nel suo “Ti tocca anche se ti tocchi”, che al cimitero si fermino automobili a Gpl per fare rifornimento di gas.

lunedì 20 settembre 2010

Il futuro digitale della morte


Montecalvo non è una montagna del pianto dove vanno a disperarsi uomini alopecici con problemi di capelli. È solo un grazioso comune in provincia di Avellino, noto come Città del Pane e Paese natale di San Pompilio Maria Pirrotti. Di alopecia neanche l’ombra nell’etimo. La dizione precisa è Montecalvo Irpino. È una piccola cittadina campana a cui mancano 10 abitanti per raggiungere quota 4 mila anime di popolazione (a leggere i dati contenuti nella pagina di Wikipedia). Montecalvo ci offre lo spunto per parlare del futuro digitale della morte che è tra quei fenomeni interessanti e allo stesso tempo curiosi trattati nel saggio umoristico Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada.

Anche in un comune meridionale così piccolo, come Montecalvo Irpino, non poteva mancare l’innovazione informatica al servizio dei vivi e, perché no, anche dei cari estinti. Oltre al camposanto vero e proprio, quello classico per intenderci, è da poco attivo e ben funzionante anche un cimitero comunale virtuale.
Non c’è da stupirsi però più di tanto. Il camposanto on-line è un fenomeno che sta dilagando ormai in tutta Italia e nel mondo. Con un semplice clic da casa o dall’ufficio ed in qualsiasi parte del mondo fai visita al tuo caro defunto. Il tutto comodamente, velocemente, senza fatica, senza consumo di carboidrati, senza bisogno di spostarsi fisicamente da casa, prendere la macchina, fare il pieno di benzina, affrontare il traffico cittadino, spendere soldi per un fiore fisico, raggiungere a piedi la tomba di famiglia e sorbirsi gli occhi indiscreti della gente e dello stesso personale del camposanto.
L’indirizzo del camposanto virtuale di Montecalvo è facile facile: http://www.cimiteromontecalvo.it/
Il cimitero su internet, per come è strutturato e per la facilità di visita, rischia di fare una spietata concorrenza al camposanto tradizionale. L’on-line offre infatti più possibilità. Non ha orari di chiusura come quello fisico. È sempre aperto 24 ore su 24 e non ha custodi o vigilantes da pagare. L’affranto visitatore, quando vuole e liberamente, nello spazio virtuale dedicato al proprio caro estinto, può inserire un pensiero, una citazione, un ricordo, una preghiera, un cero acceso dal mouse, l'icona di un fiore di cui sentirà la fragranza soltanto chi lo ha messo. E' un odore personale.
Entrando nella homepage del sito, ti trovi di fronte una foto enorme del cimitero del paese e dei link che ti invitano a fare una VISITA, a leggere un NECROLOGIO, a richiedere la PUBBLICAZIONE DI UN NECROLOGIO, a farti un giro per i CIMITERI REGIONALI. Nelle pagine interne trovi l’elenco dei defunti dell’anno in corso e degli anni passati con le informazioni essenziali sulla data di nascita e su quella di morte con la relativa immagine della tomba fisica al cimitero tradizionale ed eventuale epitaffio o preghiera in suffragio.
Su IrpiniaNews, a proposito di www.cimiteromontecalvo.it/, leggiamo che “si tratta di un cimitero virtuale ove si celebra solo la vita e la speranza e soprattutto la memoria dei nostri cari tesori trapassati, affinché riecheggi silenziosa a livello globale, per non morire mai”.
L’autore dell’iniziativa dichiara a Irpinia News che “ci sarà sicuramente chi è avverso in modo istintivo verso un argomento così delicato come la morte che in fondo ci deve solo far riflettere dato che ci tocca tutti”. Da qui l’invito a visitare prima il sito che “parla solo di vita e di speranza” e a valutare l’utilità dei servizi prima di giudicare.
“Che li chiamiate necrologi, necrologie, annunci funebri, annunci funerari, avvisi di morte o obituaries - leggiamo sul sito - www.cimiteromontecalvo.it è l'unico sito che pubblica necrologi a livello locale. Da oggi è possibile per tutti pubblicare una necrologia, una partecipazione, un trigesimo, una ricorrenza o un anniversario, con una visibilità superiore a quella dei maggiori quotidiani nazionali.”

sabato 18 settembre 2010

I necro elogi di Lino Giusti


Necrologi? No! Necro elogi! Divertente post pubblicato sul sito umoristico Crepapelle, un blog a due dell’umorista siciliano Lino Giusti e del vignettista Roberto Mangosi. Un sito che vi invitiamo a leggere quotidianamente così come vi invitiamo a leggere l’esilarante libro di Lino Giusti scritto assieme a un altro grande umorista siciliano Antonio Di Stefano: “L’ultimo chiuda la morta!”. Un’opera che vi farà morire dal ridere e ridere da morire così come il libro “Ti tocca anche se ti tocchi”.

A dire il vero, sono epitaffi (rigorosamente veri).

Sulla tomba di ......... si legge:

-Doroty Parker: Scusate la polvere.

-Frank Sinatra: Il meglio deve ancora venire.

-A. Fabrizi: Tolto da questo mondo troppo al dente.

-Walter Chiari:non piangete, è solo sonno arretrato.

-Lec: Il fatto che sia morto non significa che sono vissuto.

-Dentista buontempone: questa è l'ultima cavità che ho riempito.

-Alessandro Magno: basta questa fossa all'uomo cui non bastava il mondo.

-Robespierre: Passante, non piangere la mia morte. Se io fossi vivo, tu saresti morto


Dulcis in findus, in anteprima per gli amici di "Crepapolli", l'epitaffio che mi hanno preparato le mie figlie:

"Ricorderemo sempre le tue frecciatine. Anche se da lassù prenderai bene la mira, ci mancherai ...
Tratto dal Blog a 2 "Crepapelle"

Paga debito con due bare all'asta


Bare all’asta per recuperare un credito da un’agenzia di pompe funebri. I soldi sono soldi! E i debiti si pagano solo in vita anche con articoli da morti. L'insolita vendita al pubblico incanto si farà a La Spezia. E' stata fissata per martedì prossimo, 21 settembre, presso l’Istituto di vendite giudiziarie del tribunale. In vendita due belle casse da morto, una in noce massello e l’altra in rovere, con accessori in bronzo, rivestimento in velluto rosso. Il loro prezzo base complessivo è di 7 mila e 200 euro (3.600 l’una). Tanto sono state valutate un mese fa dall’ufficiale giudiziario in fase di pignoramento.
Una vendita sicuramente atipica per un incanto ma non così bizzarra a leggere il saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada.
Si è arrivati a tal punto, leggiamo sul quotidiano La Nazione, dopo il flop dei decreti ingiuntivi di pagamento. “Nessuna remora, per il creditore, - scrive il giornale - ad 'aggredire', col pignoramento, le bare, nell’auspicio di fare cassa. Ciò con la speranza che all’incanto si presentino gli operatori del settore, a cogliere quello che potrebbe rivelarsi un affare, magari se la prima battuta va deserta e il prezzo cala”.
L’invito formale a partecipare all’asta è stato rivolto a una decina di titolari di imprese funebri operanti del territorio spezzino e sarzanese. Ma nulla vieta che qualche semplice cittadino, amante di bare, previdente o desideroso di mettersi il cofano personale sotto il letto per sgravare i parenti quando sarà, si presenti per concorrere all’assegnazione delle casse da morto. Chi vivrà, vedrà. Conclude, giustamente, La Nazione. Ti tocca anche se ti tocchi diciamo invece noi!

venerdì 17 settembre 2010

Funerale con doloroso furto di denaro


Furto con destrezza al funerale. Ladro di esequie approfitta della disperazione di un parente al lutto e gli procura un nuovo dolore facendogli sparire un marsupio con dentro mille euro. È accaduto ieri pomeriggio a Sciacca, la città delle terme e del carnevale in provincia di Agrigento, nella parrocchia di San Michele Arcangelo. Un episodio increscioso e incredibile allo stesso tempo.

Non si ha rispetto neanche dei morti come racconta in diversi episodi lo scrittore Raimondo Moncada nel suo best seller umoristico Ti tocca anche se ti tocchi”.

L’incauta vittima partecipava al funerale della suocera in una delle chiese più frequentate della città, sita nel popoloso e antico quartiere di San Michele ad appena due passi dal medievale castello Luna. Appena è arrivato il momento della sacra eucarestia, ha pensato bene di lasciare il borsello sul banco dove era seduto, in primissima fila. Non ha minimamente pensato che all’interno di una chiesa, che durante lo svolgimento di una sacra funzione, che durante un funerale, che in un luogo affollato e controllato, che da un banco in prima fila in bella vista, un parente in lutto potesse essere anche addolorato da un atto criminale. Una persona di fede, un cristiano, un cattolico, un praticante, ha sempre fiducia nel prossimo e negli altri. E così si è alzato dal banco con l’animo in pace per andare a prendere la comunione. Senza il peso, senza l’ingombro del borsello che ha lasciato serenamente sul banco. Per avere mani libere e raccogliersi meglio in uno dei momenti più intensi del sacro rito religioso. Tanto chi ti deve rubare? Tanto dietro di me ci sono altri parenti, gli amici, i conoscenti! E davanti ci sono il prete, i chierichetti, il coro che vigilano. È impossibile che succeda qualcosa, che rubino una biro. Dopo la comunione, è ritornato sul banco in raccoglimento. Per poco non gli ha preso un colpo quando si è accorto della sparizione del suo borsello. Era sparito nel nulla e con i mille euri. Cerca e ricerca, non trovando più il marsupio l’uomo ha chiamato il 113. La polizia è intervenuta. Gli agenti sono arrivati al termine del funerale quando già si era aperta la caccia al ladro di marsupi. Hanno chiesto notizie ai presenti e al parroco che ha celebrato il rito e che ha accompagnato la bara fuori dalla chiesa. Ma nessuno si è accorto di niente. Un fantasma? No. Il borsello è stato ritrovato poco dopo da un amico della vittima nel vicino quartiere di Santa Caterina. Pieno? No, vuoto. Neanche un centesimo. Neanche l’odore di denaro hanno lasciato nel marsupio. Qualche bisognoso si è messo in tasca lo stipendio di un mese di duro lavoro. Abbandonando solo i documenti. Unica e magra consolazione per il derubato.

giovedì 16 settembre 2010

Il piacere di portare una bara


Male alla schiena causa bara? Non ci sono più problemi! È arrivata l’invenzione, con tanto di brevetto, che risolve il doloroso inconveniente.
Togliendo la bara?
No!
Eliminando il peso del cofano?
No!
E allora?
Semplice! Con una speciale bretella!
L’invenzione antibara è stata presentata al Memoria Expo 2010, la fiera di Brescia dedicata al comparto funebre. L’innovativo articolo è stato soprannominato “bretella bionica TSC5” ed è di proprietà dell’azienda bresciana Monfarma. Si tratta di una novità assoluta che promette grandi benefici alla schiena a chi per mestiere è impegnato nel trasporto a spalla dei feretri e deve, dunque, sopportare il peso non solo della bara in legno massiccio ma anche il carico di chi vi è ospitato che a volte è davvero esagerato nelle dimensioni (il dietro le quinte dell’universo funebre, con le sue curiosità e bizzerrie, è raccontato nel saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada).

Ma come funziona la bretella bionica antiscavigliamento? Il prodotto, ci spiega una scheda tecnica, ripartisce il peso dei carichi asimmetrici, evitando i disturbi della colonna vertebrale, quali displasia dell’anca, calcificazione della spalla, sciatalgia, lombalgia, ernia del disco, contrattura del collo, cefalea, parestesia alle estremità. Con la bretella bionica, dunque, sarà adesso un piacere. Il trasporto a spalla dei feretri si farà con leggerezza e "trasporto". Prevediamo grandi acquisti della bretella bionica anche da parte di chi non è un impiegato delle pompe funebri solo per provare l’ebbrezza di un’esperienza unica.
La Monfarma, azienda nota da 25 anni nel settore sanitario, ha debuttato nel comparto Funeral Equipment, con un catalogo di 50 referenze. La novità assoluta è proprio costituita dal brevetto mondiale del ripartitore di peso TSC5. Secondo chi la propone cambierà radicalmente il concetto di lavoro nel trasporto a spalla dei feretri. Ti tocca anche se ti tocchi!

martedì 14 settembre 2010

Funerali trasformati in spettacoli allegri


Esequie che diventano un’attrazione. Funerali che si trasformano in spettacoli. In Australia la morte quasi quasi si festeggia con rappresentazioni spassose, si rievoca il caro estinto con supporti multimediali, con la proiezione di filmati, musica pop e rock, inni sportivi e politici. Un'usanza sentita, diventata fenomeno di massa che per la Chiesa ha oltrepassato ogni limite. Una sacra cerimonia di commiato, sostiene l'istituzione religiosa, si è trasformata in una allegra manifestazione di addio. Ma non c'è da stupirsi per queste tradizioni, diciamo, a dir poco bizzarre. Come scrive Raimondo Moncada nel suo saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”, il mondo non reagisce al dolore alla stessa maniera. C’è dove si piange e c’è anche dove ci si diverte per la dipartita di un proprio caro, di un proprio amico, talune volte invidiandolo pure perché ha la fortuna di andare in un mondo considerato migliore (quale?).

Utilizzare musiche gradite al caro defunto e ricordare divertenti trascorsi durante le esequie, anche in chiesa, è diventata nel corso degli anni una pratica molto popolare nel paese dei canguri festanti. La diocesi cattolica di Melbourne ha così detto basta! dopo l’ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ha così deciso di emanare delle chiare linee guida, una direttiva molto restrittiva per lo svolgimento corretto dei funerali, con particolare riferimento alla musica da suonare in queste tristi e austere occasioni. Si cerca in tal modo di far cambiare abitudini, di mettere un freno al criticato fenomeno, di arginare una usanza che trasforma il doloroso rito funebre in una celebrazione gioiosa del morto.

Le nuove linee guida, indirizzate a circa 200 parrocchie, esortano i sacerdoti ad evitare che le esequie religiose diventino una messinscena. La chiesa ha deciso di bandire dai riti funebri le canzoni dei club sportivi, gli inni politici, le ballate romantiche e in generale la musica pop o rock. Divieto assoluto! Un funerale, dice l’arcivescovo di Melbourne Denis Hart, non dovrebbe essere una “celebrazione”, ma un estremo saluto in tono sacro. Le manifestazioni festanti, per chi ne ha il desiderio, le può anche organizzare ma solo prima o dopo la funzione. “I desideri dei defunti, della famiglia e degli amici dovrebbero essere presi in considerazione” scrive Hart nella direttiva, “ma nel pianificare la liturgia il celebrante deve moderare ogni tendenza che faccia diventare il funerale una celebrazione laica della vita del defunto”.

Critiche le società di pompe funebri. Ormai i Dvd commemorativi e i brani "laici", ricordano, sono quasi immancabili nei funerali australiani. Nel 2008 era uscita persino una "Top Ten" delle canzoni più eseguite ai funerali, con in testa "My Way" di Frank Sinatra, "Wonderful World" di Louis Armstrong e "Time To Say Goodbye" di Andrea Bocelli.
Ognuno, in fondo, si sceglie il saluto che vuole. Così, almeno, è più sentito.

Libertà di espressione dei propri sentimenti. C'è chi suona il toccante silenzio con la tromba e c'è chi fa suonare una mitica orchestra di divertiti trombettieri.

Come scrisse il poeta futurista Aldo Palazzeschi in un celebre componimento: E lasciatemi divertire!

Tri, tri tri
Fru fru fru,
uhi uhi uhi,
ihu ihu, ihu.

Il poeta si diverte,
pazzamente, smisuratamente.
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.

Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!

lunedì 13 settembre 2010

Sarà l’anno della passera fobia?


C’è stata l’aviaria. E tutti ad avere una dannata paura degli animali di cielo. Lo scorso anno c’è stata la suina. E tutti ad avere un incontrollato timore degli animali di terra. Cosa ci riserverà questo fine 2010? Se è vero che nell’universo ci sono i cicli, questo fine anno, è facile prevedere, dovrebbe ritoccare agli animali di cielo. E si ricomincerà da capo. Tutti ritorneremo ad avere terrore degli untori di una nuova peste, dei portatori di nuove influenza planetaria da virus curabili solo con specifici e costosi vaccini messi a punto appositamente.

Cosa ci riserveranno, allora, i prossimi mesi? Ci sarà, forse, una passera fobia? Ci sarà la caccia all'untore? E cosa comporterà l'eventuale insorgere di una nuova malattia virale? Ci sarà un epicentro? Ci sarà un fuggi fuggi dalle zone individuate come focolai? Ci sarà una nuova psicosi? La paura collettiva quali comportamenti andrà a mutare? Ci sarà una corsa al vaccino contro la passera così come lo è stato per i maiali? Che ruolo avranno i nuovi media nella fulminante trasmissione del panico? Sarà come la suina che è stato tutto fumo e poco arrosto?
Per chi volesse saperne di più consigliamo la lettura del capitolo “Uccellofobia” contenuto nel saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore siciliano Raimondo Moncada. Un capitolo che spiega anche il motivo della drastica riduzione delle nascite.

sabato 11 settembre 2010

La vita del funebre appesa a un elisir


La vita si allunga. E, come un nano, fa passi da gigante. Ma c'è ancora chi guadagna sulla morte perché ancora l'uomo non è giunto a conquistare l'immortalità. Il settore funebre è quello che si è dimostrato in questi anni di crisi il più vitale di tutti. Tanti guadagni sia nel diretto che nell'indotto. Ma ride bene chi ride l'ultimo. E ride l'ultimo perché sarà sempre il primo.
Cosa accadrà quando scopriranno l'elisir di lunga vita, il farmaco, la pozione, il sistema, il gene che ci consentirà di non morire più? Quando saremo finalmente immortali come si sconvolgerà l'attuale società? Cosa succederà all'industria funebre? Cosa succederà agli istituti di previdenza? Cosa succederà a chi da una vita realizza maniglioni laccati per sollevare bare? Possiamo dire che per la disperazione ci saranno dei morti? A queste e ad altre domande, mentre i tanti addetti funebri nel mondo si toccano, risponde lo scrittore Raimondo Moncada nel suo saggio umoristico "Ti tocca anche se ti tocchi". L'unico libro al mondo che contempla la possibilità del ritocco per portarsi fortuna!

lunedì 6 settembre 2010

Bare personalizzate per tifosi di calcio


Arrivano a gran richiesta le bare sportive, con i colori sociali della squadra del cuore. Rivoluzione nel campionato di calcio della Serbia. Almeno in quello dell'aldilà! I tifosi più sfegatati potranno avere il privilegio di essere sepolti con i colori della propria, inseparabile, squadra del cuore. Ma, ci verrebbe da dire e non lo diciamo, speriamo che l'eventuale causa del decesso (e già ci tocchiamo essendo tifosi!) non sia un infarto per una mortificante sconfitta. La sorte, comunque, a volte è ironica.

La notizia dei cofani sportivi la apprendiamo dal sito on line de La Repubblica che riferisce papele papele quanto riportato dal quotidiano Blic. Ci sembra di leggere una di quelle storie curiose, strane, bizzarre, divertenti del libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore siciliano Raimondo Moncada.
Si parla addirittura di “grande notizia" per i tifosi di Partizan e Stella Rossa”, squadroni dal blasone blasonato del campionato serbo, come lo sono la Juventus, l’Inter o il Milan in Italia. “I tifosi più accesi, - leggiamo - alla loro morte potranno essere sepolti in bare speciali con i colori della squadra del cuore. L'iniziava è dell'impresa di pompe funebri 'Svitanje' (L'alba), che assicura la fornitura di bare bianconere (Partizan) o biancorosse (Stella Rossa) a seconda della squadra per cui tifava il caro estinto. Bozidar Janicijevic, responsabile delle pompe funebri, ha anche 'rassicurato' i tifosi delle altre squadre del campionato serbo, che presto avranno bare con i loro colori.”

L'originale iniziativa non pare essere, comunque, una novità assoluta. In tutto il mondo si sta piano piano diffondendo la cultura di un “legame eterno” di un "amore indissolubile" tra tifoso e club. “In Argentina, - ci riferisce sempre La Repubblica - il Boca Juniors ha un cimitero esclusivamente per i propri tifosi. In Europa, i primi sono stati i tedeschi dell'Amburgo, seguiti a ruota da Atletico Madrid (2.490 loculi per 4.210 urne al Vincente Calderon) ed Espanyol. E quando ha deciso di muoversi il Barcellona i numeri sono diventati immensi (un'area del Camp Nou conterrà fino a 50mila urne). Un colombario lo avrà anche il San Mamés, il nuovo stadio che sorgerà a Bilbao in una zona accanto all'attuale casa dell'Athletic. Il nuovo impianto costerà 240 milioni di euro, verrà inaugurato nel 2014, avrà una capienza di 58 mila spettatori, con il museo, l'albergo, un centro commerciale e... il cimitero.”

Ma quando i tifosi - ci auguriamo mai - andranno nell'aldilà, continueranno a pagare il biglietto per vedere le partite e a fare tagarìa (gran casino!) come allo stadio terreno?
Misteri della fede (calcistica!).

I morti fanno musica


Dalle ceneri alle note musicali. Dai resti mortali del proprio caro defunto, alla fabbricazione materiale di un disco con le canzoni preferite sia dal morto che dai parenti in lutto. Roba dell’altro mondo! Un’azienda inglese, la Andy Vinil, si è messa a costruire dischi in vinile personalizzati con le ceneri dei defunti. Un’idea senz’altro originale, degna di essere contenuta nel divertente saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore siciliano Raimondo Moncada.
L’idea, apprendiamo dal quotidiano La Stampa di Torino, è venuta al britannico Jason Leach, un tipo singolare, fondatore di alcune piccole etichette discografiche. Jason Leach, leggiamo, “ha deciso di unire la sua passione per la musica con l’attenzione per i posteri fondando l’azienda AndVinyl, che consente a chiunque, dietro lauto compenso, di far inserire le ceneri di un caro estinto nei solchi di un vinile”. Sembra che la geniale scintilla sia stata generata osservando la madre che opera in un’agenzia di pompe funebri e dalla visione di un programma televisivo americano in cui le ceneri sono state fatte scoppiare assieme ai fuochi artificiali. Ma come si inseriscono, si chiederà giustamente qualcuno, i resti di un defunto morto in un disco?

Le ceneri, apprendiamo, verrebbero sparse sul blocco di vinile grezzo, prima che le matrici schiaccino il disco tracciando i solchi. Le ceneri rimarrebbero così intrappolate fra un’incisione e l’altra.“I clienti – leggiamo sempre su La Stampa – possono scegliere se incidere sul disco soltanto il suono scoppiettante delle ceneri che vengono lette dalla puntina, oppure aggiungere una traccia musicale vera e propria; la voce del defunto, per esempio, oppure la sua musica preferita o dei suoni che rievocano ricordi particolarmente significativi della sua esistenza.” Il pacchetto base, che comprende il solo inserimento delle ceneri in 30 dischi e un disegno standard recante la data di nascita, quella di morte e la scritta R.I.V. (Rest in Vinyl), viene venduto a 2.000 sterline. Con un ritratto personalizzato in copertina, disegnato dall’artista James Hague, occorrerà aggiungere altre 3.500 sterline.I servizi della AndVinyl non finiscono qui. Chi è appassionato di discografia funebre, può anche mettere in commercio il proprio disco nei negozi di vinile di tutto il mondo investendo mille sterline.
Si propone, infine, il pacchetto FUNerals. È, dice La Stampa, “una vera e propria festa in cui il vostro disco verrà suonato e un esperto team di animatori allieterà gli invitati”.

domenica 5 settembre 2010

Ridere con Antonio Di Stefano e Lino Giusti


Una mitragliatrice con un caricatore pieno di battute! Proiettili caricati con una ironia tranciante che quando ti colpiscono ti fanno bene e che quando ti penetrano, esplodendoti all’interno, ti rilasciano una ulteriore comicità esplosiva. Questo è “L’ultimo chiuda la morta!!!”, il libro scritto a quattro mani da due grandi umoristi siciliani: Antonio Di Stefano e Lino Giusti con le illustrazioni delle due mani di Giuseppe Lo Bocchiaro. La casa editrice è la Novantacento di Palermo.
Il sottotitolo è: Uforismi, battute…dell’altro mondo. La copertina del libro di Di Stefano e Giusti (un tizio disperato che con una chiave cerca di chiudere una porta a forma di coperchio di bara), così come l’argomento ed il genere, richiama l’opera umoristica “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore siciliano Raimondo Moncada (che ha in copertina una bara aperta con all'interno uno scheletro sorridente che si tocca i cabbasisi di camilleriana memoria).
Entrambe le opere si propongono di non fare ridere da morire ma morire dal ridere!
“L’ultimo chiuda la morta” è un libro che ho avuto tra le mani (anzi nella cassetta della posta) negli ultimi scampoli di un’estate che mi ha stonato con un colpo di coda. E’ un libro che ho letto, riletto e divorato. Non ne ho lasciato neanche una briciola per le camurrie di formiche che è dall’inizio della calda stagione che mi stanno rodendo il fegato.
Il suo spirito è diventato il mio. Mi ha pervaso di buonumore fino nel midollo.
“L’ultimo chiuda la morta!!!” si legge tutto d’un fiato per chi ha ancora fiato da investire in una sana e beneaugurante risata. Ad ogni battuta, Antonio Di Stefano e Lino Giusti regalano al fortunato lettore del salutare umorismo. La maggior parte delle battute sono dei veri e propri proiettili. Ma ce ne sono altre nel libro che si presentano sotto forma di supposte. Ti entrano dentro ed hanno un effetto a scoppio ritardato.
Si ride e si sorride, con puro godimento dello spirito.
“L’ultima chiuda la morta” lo puoi leggere a una battuta alla volta. Ridere, fare una pausa e riprendere. Lo puoi leggere a pagina per pagina e poi riposare i muscoli del viso. Lo puoi assorbire a capitoli. Lo puoi ingoiare per intero, così com’è, con tutta la sua divertente copertina, in ogni tempo ed in ogni luogo.
“L’ultimo chiuda la morta!!!” è suddiviso a temi, a sezioni, a caratteri, a personaggi. Gli autori si divertono a scavare nel complesso animo umano, a giocare con le parole, a trovare in uno scontro terminologico o in un cambio di vocale, quella misteriosa scintilla che improvvisamente aziona e distende una miriade di muscoli facciali, che ripulisce il sangue, che dà nuova energia al cervello, che provoca quel miracolo della natura umana che è il sorriso.
A partire dal titolo, "L'ultima chiuda la morta!!!", è un libro da leggere e da rileggere parola per parola, frase per frase, battuta per battuta, aforisma per aforisma, per regalarsi irripetibili attimi di buon umore.

autore iliubo

venerdì 3 settembre 2010

Hostess, bellezze al cimitero


Hostess per chi vola sugli aerei e hostess per chi è già volato nei cimiteri: è lo stess! La bellezza va bene, anzi benissimo per i vivi e fa bene, anzi benissimo per i morti. Abbiamo scoperto una nuova figura professionale. Oltre al becchino, al trasportatore di feretri, nel settore funebre si affaccia anche la miss che, con la sua estetica ed estatica presenza, dà conforto nei momenti di lutto. Sembra una di quelle strane storie raccontate nel libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada, ma così non è. La cronaca è andata avanti. Apprendiamo dal quotidiano Il Corriere della Sera che un’azienda di Varese che si occupa di servizi cimiteriali è alla ricerca di una hostess da assumere part time nei campisanti intorno a Milano, per dar conforto ai parenti del caro estinto nell’ultimo saluto alla vita terrena.

La paga è otto euro all’ora.
Hostess di cimitero: questo, senza eufemismi, è il titolo dell’offerta così come si legge nel sito Infojobs, che rimanda all’agenzia di lavoro interinale Randstad. Questa, invece la descrizione dell’offerta: “Per cimiteri limitrofi a Milano, ricerchiamo una hostess che si occupi di accogliere i parenti dei defunti e di accompagnarli alla tomba in occasione dell'esumazione della salma. La risorsa dovrà fornire un supporto ai parenti del defunto e dovrà essere in grado di non farsi coinvolgere emotivamente dalle situazioni. Orario di lavoro è part-time, 3 ore e mezzo al giorno da martedì a venerdì. Possibilità di utilizzo dell'auto aziendale per gli spostamenti tra i cimiteri”.
L’azienda di ricerca di personale dice di aver ricevuto 50 curricula in cinque giorni. Non ci sono limiti di età per la candidata, tranne le qualità psicologiche. Deve essere una persona predisposta a questo tipo di circostanze. Non fredda ma professionale. Potrebbe avere, per esempio, esperienza come infermiera o operatrice socio-assistenziale. Per fare l'hostess di cimiteri, bisogna alla fin fine essere principalmente belli dentro.
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