domenica 28 febbraio 2010

Funerali d'arte


L’arte è la ricerca del bello. È subliminare la realtà, dare consistenza ai sogni. L'arte è stimolare l'apparato emotivo con la materica tela. Far provare piacere dalla contemplazione di un quadro. Anche un funerale, per l’arte, ha un non so che di bello da fermare in una tela. L’artista d’altronde non ha confini. Perché l’artista non può limitare la propria espressività. Ecco che le esequie diventano il tema portante di una mostra pittorica allestita a Bari presso gli spazi della galleria d’arte Fabrica Fluxus. Ad affrontare questo strano e originale argomento è Ester Grossi che, dal 22 gennaio, ha dato vita all’evento a cui ha messo il titolo “Funeral”, senza girare troppo attorno al macabro argomento. L’artista, forse unica nella sua coraggiosa scelta, concentra la sua attenzione sulla cerimonia funebre. Il suo immaginario si incentra sui partecipanti e sui dolenti, cogliendone le mutevoli espressioni.
Leggiamo in una scheda di presentazione “mettete insieme colori piatti e assoluti, aggiungete un pizzico di humor nero e di atmosfere surreali e oniriche rubate da Hopper e Lynch, cuocete l’impasto sulle note rarefatte dei Murder e His Clancyness, servite il tutto su ritratti singoli e spargeteci su espressioni miste fra dolore e distrazione, stupore e rassegnazione. Ecco a voi FUNERAL”.
L’esposizione delle opere è stata accompagnata dalle musiche composte ad hoc dall’artista His Clansyness e dalla performance live del duo bolognese Murder.
L'estremo addio - come ha bene evidenziato lo scrittore Raimondo Moncada nel suo saggio umoristico "Ti tocca anche se ti tocchi" - diventa momento di indicibile dolore ma anche occasione mondana, business, spettacolo e arte.
Ester Grossi, 29 anni, è originaria di Avezzano, vive e lavora a Bologna come pittrice e illustratrice. La giovane artista abruzzese ha ottenuto diversi riconoscimenti. Dal 2008 è tra i giovani artisti promossi in Italia e all'estero dal MUSAE (Museo urbano sperimentale d'arte emergente) e ARTEINGENUA. Votata come artista del mese di novembre 2008 su ARTEGIOVANE, collabora da diverso tempo con il fotografo Yashima Mishto, sperimentando la tecnica dello smalto su immagine fotografica e dedicandosi anche alla grafica, ha realizzato manifesti per Festival di cinema (tra cui Imaginaria film festival) e cover per album di band musicali (A Classic Education) e collaborando all’immagine del collettivo moustache style.

sabato 27 febbraio 2010

Morti drogati, cocaina nel carro funebre


La droga non conosce confini. Neanche quelli ultraterreni. Vive nei defunti. La morte viene sfruttata dagli spacciatori per fare affari nel ricco mercato delle sostanze stupefacenti. Come dire che la droga dà la morte grazie alla morte!
In Piemonte, è finito in manette il titolare di una ditta di pompe funebri. È accusato di avere nascosto cocaina tra le casse da morto. La polverina bianca sarebbe stata destinata a una rete di piccoli spacciatori, Tra un funerale ed un altro, secondo gli investigatori, l’indagato avrebbe consegnato la cocaina trasportandola nel carro funebre, in modo da non destare sospetto.
L'imprenditore funebre è stato arrestato insieme a due suoi collaboratori.
A pizzicare il trio è stata la Criminal-pol, da sempre impegnata nella lotta alla criminalità organizzata, secondo cui i funerali sarebbero stati una copertura perfetta per fare soldi con la droga.
“Trasportare la droga su veicoli come quelli usati dalle agenzie funebri – hanno spiegato gli inquirenti - spesso evita il rischio di controlli. E’ noto, infatti, che certi mezzi godano di corsie preferenziali. La morte non si controlla perché della morte si ha rispetto”.
E l’imprenditore funebre accusato di spaccio di droga funebre l’avrebbe studiata proprio bene. Ma non tutto è andato per il verso sperato. L'imprenditore della morte si sarebbe tradito nel corso di alcune telefonate con i suoi sodali. Le intercettazioni, insomma, sono state letali.
I poliziotti sono andati a colpo sicuro e qualche giorno fa hanno trovato l’impresario del lutto pronto per un funerale, in “divisa”, abito e cravatta scuri.
Per lui le manette sono scattate subito. La cocaina sarebbe stata trovata, di buona qualità e in rilevante quantità, accanto al “de cuius” di turno le cui esequie sono state affidate ad un’altra impresa di pompe funebri ritenuta pulita e non pompata di droga.
Nel paese delle pompe funebri spacciatrici, non si parla d’altro. Pare che alcuni cittadini sospettassero qualcosa di anormale sul fatto che il beccamorto pizzicato avesse qualche scheletro nell’armadio. Saranno i magistrati a scrivere la parola verità su questo caso di “malasanità funebre”. Chi volesse approfondire l'argomento sulla "morte business" ci permettiamo di consigliare la lettura del libro umoristico "Ti tocca anche se ti tocca" dello scrittore Raimondo Moncada.

Vincere la cultura della morte


Dannato asfalto. È sul manto bituminoso che i giovani perdono la vita. L’euforia incontrollata, l’incoscienza, l’imprudenza, l’alcol, la droga, la velocità… e la morte si fa strada. Passi in un attimo da una risata piena a un urlo strozzato per sempre.
Gli incidenti stradali in Italia sono la prima causa di morte tra i giovani. Nel 2008, su 4.731 morti per incidente stradale, si sono registrate 449 vittime di età compresa tra 15 e 20 anni, pari al 9,4 per cento del totale dei morti.Cifre da emergenza anche nella Regione Emilia Romagna dove si sono verificate 529 morti da incidente stradale. Con 29 vittime di età compresa tra i 15 e i 20 anni, la Regione si è, inoltre, classificata al settimo posto per mortalità in questa fascia d'età da incidente stradale, dopo Sicilia, Lombardia, Puglia, Veneto, Campania e Lazio.Allarme anche nella Provincia di Parma che ha registrato 57 vittime a causa di incidente stradale, e nel territorio del Comune dove i sinistri hanno causato 22 morti. Le statistiche dimostrano che tra le province emiliane Parma è preceduta solo da Ravenna e Forlì -Cesena per morti da incidente stradale.
Per contrastare questo tragico fenomeno la Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale, in collaborazione con AISCAT e Autostrade per l'Italia, ha lanciato il progetto ''La scuola ti guida'', un tour itinerante - che è partito il 24 febbraio da Milano, arriverà domenica 28 febbraio a Parma e si concluderà il 13 marzo a Roma. L’iniziativa intende sensibilizzare i giovani verso comportamenti di guida corretti e responsabili.''E' atroce che un Paese sempre più vecchio veda distruggere sulla strada le sue giovani vite e le sue risorse umane per il futuro. Il 30 per cento dei morti per incidente stradale ha meno di 30 anni e 1 morto su 10 addirittura tra i 15 e i 20 anni - ha dichiarato Sandro Salvati, Presidente della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale -. E' ora di dire basta allo stordimento della musica a tutto volume, all'alcol e alla distrazione che sono spesso la miccia d'innesco degli incidenti che coinvolgono i nostri ragazzi. Bisogna intervenire insieme alle famiglie e alla scuola per fare in modo che i giovani capiscano il valore della vita e non la mettano in gioco con atteggiamenti sconsiderati alla guida. E' necessario che si rendano conto che la strada non è una playstation e, in caso d'incidente, non esiste ''rewind'!''.
“Grazie ad un’adeguata educazione stradale – leggiamo sul sito della Fondazione -, migliorano i livelli di sicurezza stradale. La scuola rappresenta senz’altro un bacino di utenza che può rivelarsi altamente ricettivo da questo punto di vista e non a caso è stata chiamata a svolgere un ruolo di primo piano nella costruzione ella "cultura della sicurezza stradale”.
Da queste considerazioni è nato il progetto "La scuola ti guida".

La cultura della vita deve vincere la cultura della morte. E’ il messaggio che traiamo e che troviamo nel libro “Ti tocca anche se ti tocchi” di Raimondo Moncada, inno al sorriso dell’esistenza che aderisce all’iniziativa.

La mafia dei morti


La mafia mette le mani sui morti. O meglio, Cosa Nostra viene disturbata per ottenere il monopolio nel comparto produttivo del caro estinto. In Sicilia, i carabinieri hanno arrestato un imprenditore con l’accusa di associazione mafiosa. Avrebbe cercato l’aiuto della criminalità organizzata per gestire tutti i lutti, senza rotture di scatole. Le accuse, ovviamente, dovranno essere con prove e testimonianze. Magari ad essere chiamati a testimoniare potranno essere gli stessi defunti contesi tra agenzie funebri che potrebbero arrivare a farsi la concorrenza a colpi di intimidazioni e di morti.
- È mio!
- No, è mio!

Di racket del “caro estinto” sentiamo parlare non solo in Sicilia ma anche nel resto dell’Italia, con altre organizzazioni criminali impegnate a lucrare sulle lacrime. La cronaca ci riferisce di altri casi deplorevoli per i quali ci sono dei processi in corso.
Dove ci sono i soldi, c’è sempre il rischio che si infiltri la delinquenza. E quello dei funerali è un settore che, come tutti i settori economici, profuma denaro. La morte porta con sé l’inaccettabile prezzo del dolore ma anche quello, altrettanto inaccettabile, del costo della bara, del carro, dei manifesti, dei fiori, della messa, del loculo, della tomba, della sepoltura al camposanto. C’è anche chi piange perché non si può permettere una cerimonia. Ma il morto non si può lasciare marcire a casa e, così, un funerale glielo devi fare comunque. E non esiste più il fai da te per risparmiare! A qualcuno ti devi pur rivolgere. E ti rivolgi a imprese specializzate che ti assistono in tutto e per tutto, consegnandoti un indimenticabile funerale chiavi in mano, da applauso finale.
Il saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” di Raimondo Moncada ha ormai fatto scuola. Ha illuminato un mondo che pian piano sta uscendo dall’oscurità e che non ha più segreti. Il libro è stato scelto come testo ufficiale dell’Accademia delle Belle Arti Funebri.

mercoledì 24 febbraio 2010

Bara d’oro con cellulare ultraterreno


I defunti faraoni egiziani tempestati di preziosi e sommersi da una piramide d’oro alla notizia si sono messi a piangere. Tutto l’antico Egitto si è messo a lacrimare. Il faraonico sfarzo è stato superato da una bizzarra novità della nuova edizione del Luxury & Yachts che dal 26 febbraio al 1 marzo è ospitata a Verona Fiere. Tra le attrazioni in esposizione all’ottavo Salone del Lusso anche una bara d’oro con in dotazione un telefonino cellulare del costo di misere 280 mila euro. Un macabro sfizio!

La geniale invenzione, oltre a far vergognare i faraoni, eviterà innanzitutto casi di morti apparenti o, per chi ci crede, permetterà morti confortevoli e tecnologica esistenza ultraterrena. La scomoda verità è che da quando il telefonino è stato messo sul mercato non se ne può fare a meno neanche da morti (dall’oltretomba, con i cellulari di ultima generazione, potranno fare telefonate, inviare sms, connettersi a internet).

Non si tratta, comunque, di una idea originalissima. Di bare supertecnologiche con tanto di cellulare, ma anche di computer con collegamento internet e televisore al plasma, parla lo scrittore Raimondo Moncada nel suo saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” nel capitolo “Successi funebri dell’Oltretomba”.

Ma ritorniamo alla fiera di Verona. La bara, in lamina d’oro 24 carati, interno in seta con rivoluzionario sistema di sicurezza, è stata prodotta e realizzata da un’azienda americana. È un cofano che fa ridere prodotti simili che finora abbiamo visto solo in tv o sui giornali per boss mafiosi o popstar (come la bara placcata d'oro zecchino da ventimila euro che ha accolto i resti del cantante Michael Jackson). Il cellulare per telesoccorso funebre della lussuosa bara ha una batteria al litio che garantisce una durata di alcuni mesi. Il telefonino può trasmettere in cinquanta lingue differenti, e può contenere in memoria una lista di numeri da chiamare nel caso in cui il defunto “apparente” si risvegli. Sembra una assurdità ma è successo più volte, anche di recente. Finti cadaveri, corpi con l’anima in apparente viaggio per l’aldilà si possono risvegliare improvvisamente e riprendere a vivere.

Attenzione però alle telefonate post-mortem o alle telefonate di defunti che sono stati creduti tali.

Chi le paga le bollette? Chi garantisce che la telefonata di chi è creduto morto e sepolto non causi la morte del chiamato per infarto fulminante ? Chi pagherà gli eventuali danni?


Luxury & Yachts – salone internazionale del lusso – è stato ideato e creato nel 2003 da Luciano Coin, eclettico imprenditore vicentino, che ha saputo offrire ad aziende e artigiani del vero ‘lusso’ un salotto raffinato ed esclusivo frequentato da molti amanti e cultori del…"bello".
Saranno 200 gli espositori che prenderanno parte al salone e che daranno l'opportunità ai visitatori di ammirare auto dei lusso, barche, antiquariato, gioielli, alta tecnologia. Un terzo di questi pregiati prodotti sono made in Italy.

lunedì 22 febbraio 2010

Morto ride e ritorna in vita


Cadavere si risveglia e c’è già chi grida al miracolo. Il corpo di un uomo ha ripreso a vivere poco prima che gli addetti funebri iniziassero le operazioni di sigillatura della bara. A fermare la mano dei becchini sigillatori è stata una fragorosa risata proveniente dalla cassa da morto con all’interno il morto apparente. Aperto il cofano, la sorpresa nella camera ardente diventata di fuoco. Il morto non era morto o almeno era stato creduto tale da parenti e referti medici. Il quasi defunto, agitando come portafortuna il libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”, si è alzato di scatto sulla schiena rinvigorita facendo un ampio gesto dell’ombrello ai presenti attoniti.


Ai parenti stretti e meno stretti, che hanno reagito con un rumoroso pianto, il defunto resuscitato ha chiesto: “Piangete per un caro ritrovato oppure per un’eredità perduta?”


Ai becchini increduli e disperati, l’ex defunto ha invece domandato: “Piangete per un cliente ritrovato o per un morto perso?”


L’uomo, riprendendo il gusto della vita, ha poi dichiarato: “Con una semplice risata, ho seppellito la morte!”


Studiosi stanno adesso studiando lo strano caso per come merita. Stanno vedendo se è vero che l’uomo, dichiarato morto, è ritornato a vivere grazie a una risata. Gli stessi studiosi stanno anche valutando il potere talismanico del libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada ed in che modo, eventualmente, avrebbe influito su questo inspiegabile caso.


Una cosa comunque è certa: l’umorismo è un ottimo antidoto contro la morte ed aiuta a vivere con spirito!


La storia richiama ad altre numerose vicende analoghe. Una recente riguarda una donna colombiana di 45 anni, dichiarata clinicamente morta in seguito a un “infarto fulminante”. Stava per essere imbalsamata quando ha cominciato a muovere il braccio destro. Un gesto che le ha salvato la vita. L'addetto dell'agenzia funebre incaricato di imbalsamare la donna ha infatti interrotto subito la procedura.


In rare occasioni, ha spiegato un neurochirurgo, può succedere che il battito cardiaco e il respiro scendano a livelli impercettibili.


E' lecito a questo punto porsi delle domande seriamente scientifiche:


1) I referti medici che attestano la morte sono sicuri al cento per cento?

2) Se i referti medici non dovessero essere sicuri al cento per cento, qual è la percentuale di persone che, a causa di battiti cardiaci e movimenti respiratori impercettibili, sono state credute morte, rinchiuse vive in una bara e sotterrate in eterno al cimitero?

mercoledì 17 febbraio 2010

Economia, il mattone funebre tira


La morte economicamente rende!

In un momento di sfiducia nelle banche e nella finanza mondiale, in una fase in cui non si sa più dove investire le briciole dei risparmi rimasti dopo lo tsunami della crisi economica, ecco spuntare dall’oltretomba l’affare: il cimitero!


Il camposanto è redditizio. La morte è redditizia. I defunti sono redditizi. Il funebre è redditizio. L’aldiqua dell’aldilà sta cominciando a rendere felici non soltanto i tradizionali addetti del settore funebre ma anche semplici cittadini desiderosi di guadagnare soldi a tutti i costi. Non c’è niente da ridere, c’è solo da fare salti di gioia come stanno già facendo alcuni.

L'estinto non è più solo caro ma anche remunerativo!

La verità, raccontata con il sorriso dallo scrittore Raimondo Moncada nel saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”, viene oggi confermata da il Messaggero di Roma in un servizio che vi invitiamo a leggere nel sito del quotidiano. In un periodo di crisi, scrive il giornale, i romani hanno orientato i propri investimenti nel “mattone funebre”. I cittadini de Roma capitale invece di acquistare un appartamento di civile abitazione preferiscono investire oltre 900 mila euro per un appartamento di mortale abitazione edificata come ultima dimora nel silenzio lacrimevole di un camposanto. Ci riferisce sempre il Messaggero, che la prima asta telematica per l’assegnazione della concessione di 34 sepolcri (tombe, capitelli e cappelle) dei tre cimiteri romani – Verano, Flaminio e Maccarese – ha reso ben 6 milioni e 384 mila euro. Il guadagno netto per Ama-Servizi cimiteriali – fa i conti il Messaggero – è stato di quasi 4 milioni di euro.


Se la finanza si lecca ancora le dolorose ferite dopo anni di catastrofico andazzo; se gli specialisti finanziari degli istituti di credito si scervellano a inventare nuovi prodotti finanziari appetibili da mettere sul mercato; se lo Stato cerca affannosamente alternative ai moribondi Bot, Cct, Btp e Ctz; se banchieri e bancari si toccano ancora nell'intimità dopo che tutto il castello bancario ha rischiato seriamente di collassare facendo morti e feriti; l’economia trova a sorpresa nuove energie per risollevarsi: la morte!

Il trapasso è il futuro della nuova finanza, è il nuovo prodotto finanziario certo e certificato.
La sicurezza della morte dà fiducia a grandi e piccoli investitori che cominciano a prendere il denaro e a farlo girare acquistando a più non posso tombe cimiteriali e abbandonando, così, titoli finanziari come fondi comuni di investimento o altre diavolerie finanziarie che in questi anni, con perdite stratosferiche, pari a volte allo stesso investimento, hanno rovinato la vita a tante persone.


Ti tocca anche se ti tocchi” ha fatto scuola. Con l’umorismo si supera tutto, si superano difficoltà, si superano idee preconcette e si vince!

Una tomba, per i neo investitori funerari, è meglio di un conto in banca! Vuota, però! e con la speranza che nessuno scienziato metta a punto l’elisir di lunga vita che, in questo caso - come scrive in un capitolo di "Ti tocca" Raimondo Moncada - sarebbe una vera iattura. Si invitano fin da subito i neo investitori mortuari a toccarsi precauzionalmente per scongiurare nuovi disastri.

Se guidi non bevi e non muori!


Ti tocca se fai lo stupido. Non ti tocca se agisci con consapevolezza. La vita prima di tutto! Viviamo con consapevolezza, guidando la nostra esistenza con responsabilità e divertimento per il lungo e prezioso tempo che il Padreterno ci ha concesso. Ma toccarsi non fa mai male, come ci suggerisce in modo ironico lo scrittore Raimondo Moncada nel suo ultimo libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” con cui invita a vivere sdrammatizzando, quando è il caso, anche eventi o circostanze spiacevoli (“Chi beve mette a rischio la propria e l’altrui vita, facendo la felicità di chi con la morte vive e campa la famiglia! Non beviamo e facciamo solo la nostra felicità, dando un dispiacere a chi pe rproprio tornaconto nutriva aspettative funeste sul nostro conto”).

"Vivere” è il messaggio che viene lanciato ai giovani da una bella campagna di comunicazione e prevenzione denominata “Se guidi non bevi” volta a contrastare in particolare l’abuso di alcol e le droghe ed i comportamenti a rischio sulle strade che ogni anno provocano troppe vittime. Testimonial dell’iniziativa è l’attrice Claudia Penoni. Giovedì 18 febbraio 2010, alle ore 21, è in programma un divertente spettacolo di sensibilizzazione a scopo benefico che vedrà assieme Claudia Penoni e il noto comico Paolo Cevoli sul palco del Terme Club di Bagno di Romagna. I due cabarettisti di Zelig daranno vita a un recital che, attraverso la risata leggera, lancerà un messaggio significativo per contrastare i comportamenti pericolosi. Porsi alla guida di un veicolo dopo aver assunto alcolici o sostanze stupefacenti comporta un rischio per la propria ed altrui integrità fisica che può essere evitato seguendo la semplice regola "se guidi non bevi".

Il ricavato dello spettacolo della Penoni e di Cevoli sarà devoluto all’acquisto di un’apparecchiatura biomedicale portatile, in dotazione al Ser.T di Cesena, per le analisi al fine di riscontrare la presenza di sostanze intossicanti. All’entrata del teatro verranno distribuiti materiali informativi ed etilometri monouso. Accorriamo tutti in massa.
La campagna di comunicazione e prevenzione “Se guidi non bevi” vede impegnate le quattro aziende sanitarie di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. L’iniziativa è promossa dal Coordinamento dei Programmi Dipendenze Patologiche delle quattro aziende sanitarie di Area Vasta Romagna nell’ambito del progetto “Notti Sicure 2009” ed è patrocinata dalla Regione Emilia Romagna, dalla Banca di Cesena, dall’Avis dall’Istituto Oncologico Romagnolo e da Coop Adriatica. Obiettivo principale della campagna è promuovere la salute e la consapevolezza nei contesti del divertimento notturno e di aggregazione giovanile sui rischi associati alla guida in stato di ebbrezza alcolica, al fine di incentivare comportamenti responsabili di guida.

In questo link il video dello spot della campagna: "Se guidi non bevi"

In questo link un altro spot dal titolo: "Se bevi e guidi, muori"

martedì 16 febbraio 2010

Aura Passionis, funebre in musica


Un concerto di marce funebri che è un evento. Un appuntamento pasquale tanto atteso che va ad “allietare” le serate di tanti fedeli e appassionati della tradizione quaresimale. Siamo a Molfetta, in provincia di Bari, e alla fine del mese di febbraio, dopo le scatenate follie del Carnevale, si rinnova l’usanza dell’esecuzione di marce funebri. Sono musiche che ogni anno, con estremo pathos e partecipazione emotiva, accompagnano le processioni del venerdì di passione e del venerdì e sabato santo.

Ovviamente non siamo a Sanremo dove si vive ben altra atmosfera di gioco e di competizione.

Nelle marce funebri, è il dolore ed il mistero della morte il tema centrale.

L’evento di Molfetta, che si ripete annualmente, si chiama “Aura Passionis” e prevede in tutto tre concerti. Le marce saranno eseguite dai giovanissimi membri dell’Orchestra giovanile San Pio X. Una esibizione è prevista per domenica 21 febbraio nella parrocchia San Pio X, dove verranno eseguite cinque tra le più apprezzate marce, nell’inedito arrangiamento orchestrale curato dallo stesso direttore d’orchestra, Girolamo Lisena. Lo stesso concerto, patrocinato dal Comune di Molfetta, verrà eseguito anche il 20 e il 27 febbraio rispettivamente nelle parrocchie San Gennaro e Sacro Cuore di Molfetta.

Tre appuntamenti da non perdere. Tre momenti di assoluta riflessione, meditazione e preparazione spirituale alla Santa Pasqua (anche se alcuni magari - scomodando quanto umoristicamente scritto da Raimondo Moncada nel suo libro “Ti tocca anche se ti tocchi” – vivranno la manifestazione come un momento mondano per “allietare”, “intrattenere” o “rallegrare” le proprie serate)


Questi, in sintesi, gli appuntamenti a Molfetta con “Aura Passionis”.


Sabato 20 febbraio - ore 20.00 presso la Parrocchia San Gennaro
Domenica 21 febbraio - ore 20.00 presso la Parrocchia Sacro Cuore
Sabato 27 febbraio - ore 20.00 presso la Parrocchia San Pio X

lunedì 15 febbraio 2010

L’arte della morte in Essential Experiences


La morte tra passato e presente. La morte vista con la sensibilità degli artisti a partire dal quattrocento e fino ad arrivare ai nostri giorni. Il mistero del trapasso è il tema dominante di un evento in corso di svolgimento in Sicilia.

È aperta fino al 28 febbraio 2010 al Palazzo Riso di Palermo, la mostra d'arte contemporanea Essential Experiences, a cura di Lóránd Hegyi. L’esposizione è presentata in due sedi espositive: la storica dimora di Palazzo Riso e la Galleria Regionale della Sicilia Palazzo Abatellis, che ospita l’affresco del Trionfo della Morte.

Al dipinto quattrocentesco sono affiancate opere d’arte contemporanea, che affrontano i concetti del Tempo e della Morte quali esperienze essenziali della vita. Essential Experiences ospita oltre venti tra i maggiori artisti del panorama contemporaneo, tra gli altri: Gilbert&George, Gloria Friedmann, William Kentridge, Anselm Kiefer, Michelangelo Pistoletto, Paolo Grassino, Danica Dakić, Kevin Francis Gray, Koji Tanada, Lee Ufan, Roman Opalka, Jan Fabre ,Giuseppe Penone, Gunther Uecker, Kimsooja, e presenta tre nuove produzioni commissionate da Riso a Dennis Oppenheim, Pedro Cabrita Reis e Richard Nonas. Le opere affrontano fondamentali questioni etiche che riguardano il concetto di “creazione” e il tema della responsabilità dell’artista, la capacità di coinvolgere il visitatore nel suo viaggio di interpretazione dei grandi temi esistenziali - quali il trascorrere del tempo, la morte, la solitudine, l’identità, l’amore; attraverso segni, simboli e metafore, al tempo stesso semplici e complesse.

Il Trionfo della Morte - leggiamo sull’enciclopedia on Wikipedia - è un affresco staccato (600x642 cm) conservato nella Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo. Oltre che essere uno dei migliori dipinti su questo tema, è l'opera più rappresentativa della stagione "internazionale" in Sicilia, culminata durante i regni di Ferdinando I (1412) e di Alfonso d'Aragona (che nel 1416 fece di Palermo la sua base per la conquista del Regno di Napoli). Non si conosce il nome dell'autore e viene datato al 1446 circa (E' arci noto, invece, l'autore del libro "Ti tocca anche se ti tocchi" (Raimondo Moncada) che alla morte ha dedicato un'opera umoristica pubblicata dalla Csa Editrice).

Si pensa che l'affresco il Trionfo della Morte sia frutto di una diretta commissione reale, magari di un artista straniero, catalano o provenzale, chiamato appositamente sull'isola. Il tema del trionfo della Morte si era già diffuso nel Trecento, ma qui viene rappresentato con una particolare insistenza ossessiva sui temi macabri e grotteschi di crudele espressività, una caratteristica rara in Italia che ha fatto pensare alla mano di un maestro transalpino. Tra i nomi proposto c'è quello del borgonone Guillaume Spicre.

domenica 14 febbraio 2010

La Sicilia che si tocca con Camilleri e Sciascia


Il governo della Regione Siciliana invita a non leggere autori come Camilleri, Sciascia e Tomasi Lampedusa. La ragione? La lettura delle loro opere porterebbe sfiga e l’atto del leggere dovrebbe essere accompagnato da debiti scongiuri, come toccarsi nelle parti intime, stringere corni, recitare formule scaramantiche. Ma prendendo a prestito il titolo del libro umoristico di Raimondo Moncada - che non è stato sfiorato dall’inaspettato anatema istituzionale - “Ti tocca anche se ti tocchi”. E alla cara Sicilia, “tocca” anche questo: vivere e sopravvivere toccandosi.


Stanno facendo discutere le parole pronunciate a Siracusa, agli Stati generali dell’autonomia, dal neo assessore alla Pubblica Istruzione e Formazione Professionale della Regione Siciliana Mario Centorrino, apprezzato economista e professore all’università di Messina. Cosa avrebbe detto di così scandaloso?


Questo quanto avrebbe dichiarato il rappresentante della Giunta Lombardo, così come estrapolato e riportato dai principali portali di informazione che abbiamo consultato come Repubblica: “Le ideologie sono ormai superate. Destra e sinistra, tutti assieme, almeno per un anno prendiamoci una pausa. Non leggiamo più per un po’ Camilleri, Tomasi di Lampedusa o Sciascia perché sono una sorta di ’sfiga’ nei confronti della Sicilia. Ci vuole ottimismo”.


Per alcuni, si è trattato di un inaudito attacco nei confronti di chi ha fatto grande la Sicilia in tutto il mondo, celebrandone pregi e difetti in opere che sono diventate dei veri capolavori della letteratura internazionale. Per altri si è trattato, invece, di una semplice provocazione per attirare l’attenzione su un particolare aspetto dei siciliani che si piangerebbero addosso troppo facilmente, un "vittimismo paralizzante" che sarebbe in un certo modo eccessivamente cantato e dunque amplificato da celebri letterati del calibro di Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 6 settembre 1925), Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989) e Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo, 23 dicembre 1896 – Roma, 23 luglio 1957).

I tre mostri sacri della letteratura italiana, vanto di tutti i siciliani, sono stati etichettati come dei portasfiga per i siciliani: scrittori, insomma, che emanerebbero e divulgherebbero negatività, con un pessimismo che non darebbe scampo all'isola, il cui presente e futuro sarebbe irredimibile. Meglio preferire scrittori più leggeri, scrittori divertenti, scrittori che fanno evadere (non i detenuti! Però!) o scrittori positivi che indicano una strada per la redenzione, una strada per un futuro più radioso, scrittori che diano almeno qualche speranza in una Sicilia che fa dire a Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo famoso “Il Gattopardo”: Qui tutto cambia per non cambiare nulla.


Il concetto espresso da Mario Centorrino e riportato con grande risalto dai mezzi di informazione, però, sarebbe monco e imperfetto se non collegato con un'altra parte dele sue dichiarazioni. Riporta per correttezza di informazione il Giornale di Siracusa, nella corrispondenza del giornalista di Gaetano Guzzardo, quanto segue: «Lungi dal voler impedire la lettura di Camilleri, Sciascia o di Lampedusa - aveva subito dopo precisato il professore Centorrino, uscendo da Palazzo Vermexio, in piazza Duomo a Siracusa – ho solo voluto portare un esempio per dire, prendiamoci un anno di tempo, nel quale pensare in positivo, con ottimismo, per sviluppare questo progetto che ridà centralità al territorio e rilancia la Sicilia».


Le dichiarazioni hanno, comunque, suscitato furibonde polemiche e dure prese di posizione a tutti i livelli. Guai a toccare dei veri e propri monumenti siciliani anche per lanciare delle innocenti provocazioni.


Conoscendo Andrea Camilleri, pensiamo che nella sua tranquiolla residenza romana si stia facendo quattro risate. Mentre i resti terreni di Leonardo Sciascia e Giuseppe Tomasi di Lampedusa si stiano rivoltando nella tomba anche loro per il divertimento. Quattro per tre? In tutto i tre grandi letterati letterati si stanno facendo in questo momento dodici risate. Altro che portasfiga o di autori siciliani da mettere al bando o da condannare al rogo!

Sono stati la fortuna, assieme ad altri grandissimi letterati, di una terra sfortunata.


In Sicilia, comunque, va tutto va bene, Madama la Marchesa! Ed i morti che l’hanno già lasciata se la ridono, come ci dice con il sorriso lo scrittore siciliano Raimondo Moncada nel suo libro satirico “Ti tocca anche se ti tocca”.


Alla faccia dei veri menagramo (che non sono un gruppo rock!).

venerdì 12 febbraio 2010

San Valentino, i regali preferiti


Regali di San Valentino strani, curiosi, "stuporosi" (nel senso che stuporiscono!). Doni capaci di suscitare grande meraviglia per dimostrare il grande affetto, lo straordinario trasporto che proviamo per il nostro partner, fidanzato, compagno, marito, moglie. Si registra quest’anno la tendenza ad uscire dai canoni classici, di “trasgredire” in un certo senso la tradizione per stupire, per dare un pugno allo stomaco al proprio moroso. Pochi fiori, poche rose, pochi pupazzetti. Vengono richieste cene a lume di candela in luoghi magici e isolati, fugaci fughe d’amore, sparizioni programmate e libri di genere: romanzi d’amore, raccolte di poesie e testi divertenti. Si ha tanta di humor, tanta voglia di ridere per dimenticare ogni crisi, per vincere ogni difficoltà. L’amore, la magia e l’allegria sono le emozioni del mix preferito quest’anno per la ricorrenza della giornata degli innamorati.
A chi ha voglia di regalare un sorriso, consigliamo spassionatamente di donare il libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada perché un sorriso tocca a tutti, come tocca a tutti il più grande, il più potente dei sentimenti: l’amore.

giovedì 11 febbraio 2010

Bare per smettere di fumare


Obiettivo: smettere di fumare a tutti i costi!

Quante ne inventano per raggiungere uno scopo estremo. Dalle scritte funebri sui pacchetti di sigarette si è passati direttamente al classico mezzo di trasporto per la morte: la bara. Ecco un esempio di campagna pubblicitaria pensata per agire efficacemente contro l’abuso di tabacco. La foto l’abbiamo tratta dal sito Girl Power che a sua volta rimanda alla fonte Bookofjoe. La stessa foto l'abbiamo trovata sul sito Architettura e Design dove leggiamo che il pacco è stato ideato dal gruppo creativo R.J. Reynolds.

Come si noterà, un moderno e toccante tipo di packaging punta a disincentivare l’utilizzo del contenuto del pacchetto. Non più messaggi subliminali, immagini shock o slogan portasfiga (“Il fumo fa male alla salute”, “Il fumo fa venire il cancro ai polmoni”, “Il fumo ti fa ammalare”, “Il fumo ti riduce in cenere”, “Il fumo ti fuma”, "Il fumo ama i becchini"). Adesso si è passati al sodo. Gli esperti hanno studiato un modello di pacchetto che mette il fumatore incallito di fronte alle conseguenze più deleterie del suo vizio capitale: la morte!

Se la bara-pacchetto dovesse entrare in commercio, immagina a cosa potrebbe succedere: cambi repentini di abitudine, linguaggi che andranno inevitabilmente modificati. Vai in tabaccheria e ordini al titolare: “Mi dia, per favore, un cofano di sigarette”. E ti senti rispondere: “Le prendo una bara da dieci o da venti?”. “Mi dia una cassa da venti, così la facciamo finita prima”.

Siamo all’esagerazione. Ma non tanto. C’è chi, tra gli addetti al settore funebre, dona con gioia ai propri clienti o potenziali tali dei graziosi gadget dalle forme più propiziatorie possibili. Il cliente accetta per cortesia, non prima però di avere grattato le parti intime di se stesso se maschio o le parti intime di un uomo se femmina (lo scrittore Raimondo Moncada, in questo senso, ha fatto scuola con il suo libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”). Sfruttando la morte o la paura della morte ne succedono davvero di tutti i colori.

Ma i defunti fumano nell'aldilà?

Per avere le giuste risposte alle legittime curiosità personali, consigliamo vivamente il libro dei libri, il saggio dei saggi, il testo dei testi, il tosto dei tosti: "Ti tocca anche se ti tocchi".

mercoledì 10 febbraio 2010

Loculi taglie forti per defunti obesi


“Arrivano i loculi 'taglie forti' per defunti over size”. È la notizia curiosa che leggiamo sul portale di informazione Tg Padova. I morti obesi (almeno nel comune di Vigonza) non saranno più abbandonati al loro triste destino!

Ci sembra ancora di leggere una esilarante pagina dell’umoristico libro “Ti tocca anche se ti tocchi” di Raimondo Moncada in cui l'autore, mischiando fantasia, ricamo e realtà ci racconta col sorriso tutto ciò che gira attorno a uno degli eventi che fa più male agli uomini da quando ha messo piede sul pianeta terra.

Ma cosa è stato realizzato?

Un piano di ampliamento del camposanto di Vigonza - apprendiamo dal Tg Padova - prevede anche la realizzazione di quattro loculi over size per defunti sovrappeso. È stata investita la somma di 80 mila euro per aumentare la capienza del cimitero e ritagliare spazi per defunti sovrappeso che altrimenti non avrebbero sepoltura o che, avendola, soffrirebbero da morire in eterno stipati in luoghi non consoni alle proprie esagerate dimensioni.


“La vicenda – scrive il Tg Padova - ha del tragicomico. Un funerale come molti altri. Parenti ed amici in lacrime. Gli addetti cimiteriali che infilano il feretro nel loculo. A quel punto l’imbarazzante inconveniente. Il defunto è troppo grasso e la cassa, troppo larga per essere infilata, si incastra metà dentro, metà fuori. Humor macabro a parte si tratta di un problema concreto, magari raro ma sperimentato in molti cimiteri della provincia. E allora il comune di Vigonza ne ha approfittato dell’ampliamento del camposanto di Peraga per costruire, secondo comune in Italia, loculi taglie forti per defunti over size. I lavori di ampliamento costeranno al Municipio 80 mila euro e prevedono anche la realizzazione di quattro loculi di 15 centimetri più largi dei normali 80 centimetri previsti dagli standard. Nel piano di ampliamento il comune ha anche stimato di realizzare 40 nuovi loculi di dimensioni normali e 22 ossari”.

martedì 9 febbraio 2010

“Paranormal activity”, censura choc


Il tentativo di censurare "Paranormal activity" ci ricorda lontanamente l’operazione di cui stava per essere vittima “Ti tocca anche se ti tocchi”. In un caso, siamo in presenza di un film che pare scatenare il terrore nelle sale cinematografiche. Nel secondo caso, siamo in presenza di librerie e di sale lettura dove il libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” di Raimondo Moncada quasi quasi non doveva stare per lo stile, il linguaggio ed il contenuto ritenuti troppo oltre, troppo irriverenti. Un terrore preventivo da messa all'indice, da rogo medievale.

Per fortuna, il libro ha trovato un editore coraggioso e dei librai che lo hanno accolto abbattendo quel muro di irragionevole diffidenza che rischiava di lasciare nella memoria di un computer il file con il testo. I prevenuti hanno preferito non fare troppo rumore, di tenere basso il volume delle polemiche, per non fare gratuita pubblicità.

Per “Paranormal activity” sta succedendo l’esatto contrario di “Ti tocca”. Il film fa spaventare, il libro fa ridere. Contro "Ti tocca" non si è mosso nessuno. Contro "Paranormal" si è mosso il Codacons, ma anche associazioni dei genitori e pezzi delle istituzioni come il ministro della Difesa Ignazio La Russa ed Alessandra Mussolini, presidente della Commissione Parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Ed è proprio per la tutela dei bambini che si chiede di chiudere i cinema ai minori di anni 18. Il film dell’orrore “Paranormal activity” provocherebbe terrore, shock, angoscia, attacchi di panico, vertigini, conati di vomito, stati catatonici, stati di ansia, malori indefiniti ed ogni forma di malattia mentale nelle menti più deboli e fragili. La cronaca racconta di episodi in cui ci sarebbe stato bisogno di interventi medici per calmare soggetti colpiti da crisi e di ambulanze a sirene spiegate per trasportare in ospedale piccoli spettatori sconvolti, scioccati e quasi in trans (ma i genitori non li controllano questi bambini? non li accompagnano al cinema? non vedono il trailer in tv con la voce spaventosa che avverte come il film abbia già scosso il pubblico americano?).

La pellicola sarebbe adatta solo ad un pubblico adulto e, comunque, abituato al batticuore di sconvolgenti scene horror.

“I casi accertati di attacchi di panico e gli altri effetti psicologici registrati nei minorenni, legati alla visione della pellicola - spiega il Codacons - dimostrano chiaramente l'esigenza di vietarne la visione ad un pubblico di età inferiore ai 18 anni”. “Ma c'è anche un altro scenario che potrebbe aprirsi", aggiunge il presidente dell'associazione Carlo Rienzi. “I minorenni che in questi giorni hanno subito effetti legati alla visione del film, quali attacchi di panico, tremori, vomito, stato di choc, ecc..., potrebbero richiedere il risarcimento dei danni in tribunale”.

Il Codacons ricorda come già nel 2007, proprio grazie ad un ricorso dell’associazione dei consumatori, il Tar del Lazio dispose che il film di Mel Gibson "Apocalypto" fosse immediatamente vietato ai minori di anni 14, allo scopo di evitare conseguenze negative per i più giovani.

Il film da poco in programmazione in Italia, sta avendo un successo incredibile sbancando i botteghini. E dire che è costato solo 11 mila euro. L’inaspettata pubblicità mediatica farà piangere di più bambini (che incuriositi andranno sempre di più al cinema per provare emozioni forti) e farà ridere dalla gioia i produttori e gli esercenti. Paranormal, solo negli Usa, ha già incassato 48 milioni di dollari (oltre 35 milioni di euro).

sabato 6 febbraio 2010

Vendesi carro funebre vero affare


I morti per alcuni sono un vero business. Per altri, a leggere alcuni annunci apparsi sui siti specializzati, non pare sia proprio così. Su Subito.it leggiamo che in un paese del sud d'Italia si vende un’auto funebre per “scarso utilizzo”. E l’acquisto viene annunciato come un vero affare.


La domanda sorge spontanea: perché il proprietario dell'auto ha deciso di disfarsi del mezzo che è parte integrante di un’impresa economica? Non vuole avere a che fare con i defunti? Non vuole avere a che fare con i familiari degli estinti? C'è la crisi delle chiamate nell'aldilà? Nel suo paese con i morti non si campa più come una volta perché non si muore più come una volta? Il servizio funebre lo svolge con un altro mezzo più nuovo o con un mezzo all’antica trainato dai cavalli? Si stanno forse avverando le umoristiche profezie contenute nel libro “Ti tocca anche se ti tocchi” di Raimondo Moncada?


Per chi fosse interessato, diciamo che l’auto ha relativamente pochi anni di vita ed ancora ha davanti a se tanti altri anni di esistenza.


Ma ecco di seguito l’annuncio che appare sul sito del giornale Subito:


VENDO AUTO FUNEBRE SCARSO UTILIZZO
PER MOTIVI POCO USO PREZZO DA DEFINIRE
CON L'ACQUIRENTE VERO AFFARE
COLORE BLU CON FASCE GRIGIE METALLIZZATO
MERCEDES 200 BENZINA


Anno immatricolazione 1988

Chilometraggio: 110.000 - 119.999

Cambio: Manuale
Alimentazione: Benzina

Comune dove si trova: Pizzo

Camposanto, comune con un camposanto


Il cimitero di Camposanto. O anche il camposanto di Camposanto. Incredibile ma vero, almeno per chi ha poco studiato la geografia a scuola o per chi ha scarsamente viaggiato per la bella Italia. Nel Bel Paese esiste anche un Comune che ha proprio il nome di Camposanto. Questa ridente cittadina si trova nella parte nord orientale dell’Italia e più precisamente in provincia di Modena, in Emilia Romagna. Sorge lungo la riva sinistra del Panaro, là dove il fiume, giunto nella bassa pianura, costituisce per lungo tratto il naturale confine con la provincia di Bologna.


La popolazione residente – riporta il profilo Facebook – è composta da 3.109 cittadini. Gli abitanti non si chiamano cimiteriali, ma Camposantesi (i camposantari lavorano nei cimiteri). Il santo patrono è meridionale: San Nicolò di Bari che viene festeggiato il 6 dicembre. Il sito istituzionale del Comune, per gli ignoranti che non ci credessero è www.comune.camposanto.mo.it. Tra i link del sito istituzionale vi segnalo la rubrica “Vivi la città”. Il sindaco di Camposanto è Antonella Baldini a capo di una giunta di centrosinistra.


Una domanda che è anche una curiosità: ma il camposanto di Camposanto a Camposanto lo chiamano camposanto o i camposantesi evitano di chiamarlo camposanto per non creare delle stupide cacofonie?

Risposta a una domanda stupida: il camposanto a Camposanto è anche camposanto ma si preferisce, per ovvie ragioni, chiamarlo cimitero o non chiamarlo affatto.


Ma qual è l’origine del nome?


Riporta il sito istituzionale del Comune, che la prima citazione ufficiale conosciuta del toponimo (Campus Sanctus) risale al 1445. L'origine del nome - qui si vuole sfatare un'inveterata quanto errata credenza - nulla ha a che fare con eventi drammatici o con fantomatici luoghi di sepoltura. In mancanza di ulteriori elementi probanti si deve accettare l'ipotesi più plausibile: cioè la correlazione del nome del paese con quello dei Santi, nobile famiglia ferrarese che, sul finire del secolo XIV, ottenne dagli Este - Signori di Modena e Ferrara - vaste investiture di terreno nel modenese. Questo quanto riportano gli storici del Municipio. Leggiamo comunque sul sito di Comuni Italiani che esistono diverse ipotesi sull'origine del nome. Alcuni, leggiamo, credono che sia un composto del termine latino campus (campo) e dell'aggettivo latino sanctus , diventato poi Camposancto in riferimento ad un antico camposanto che sorgeva in loco.


A credere alle fonti istituzionali di Camposanto, parrebbe di escludere ogni riferimento al luogo di sepoltura, come stupidamente avevamo creduto. Ma il toponimo rimane pur sempre insolito e rientra tra le curiosità narrate con abile e sottile umorismo nel libro “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada.


In conclusione, vogliamo fornirvi un'informazione pur sempre utile. Sulle Pagine Gialle scopriamo che il Cimitero Comunale di Camposanto si trova in via Francesco Baracca 34.

venerdì 5 febbraio 2010

Oscar e l'odore della morte


Si chiama Oscar e non è un premio cinematografico. È un Oscar ma è un gatto di una specie speciale. Siti internet, blog e portali di informazione, stanno facendo da eco alla incredibile notizia secondo la quale il gatto predirebbe la morte. Avete sentito bene! Il gatto sente l'arrivo della implacabile Falciatrice.
Oscar, apprendiamo, è un micio dal corpicino a chiazze bianco e grigio. È la mascotte dell'ospedale Steere House in Rhode Island, negli Stati Uniti d’America. Sembra un gatto normale ma non è così. Dicono che possieda un dono. Gira di reparto in reparto nel nosocomio americano, guardandosi intorno. Quindi, come per mistero, si ferma all'interno di una stanza e sta in compagnia soltanto dei pazienti più gravi. Sono i malati a cui i medici hanno diagnosticato poche ore di vita. Ed i pazienti avvicinati dal gatto bianco e grigio pare che puntualmente muoiano dopo la strana visita felina.

Tante sono le ipotesi. O Oscar ha straordinari poteri di predizione, oppure porta semplicemente sfiga. Terza possibilità: viene avvertito dai medici amici su dove fernarsi per avvalorare la tesi di gatto mago predicente.
Il micio di Steere House è diventato famoso nel 2007 quando il dottor David Dosa ha scritto un articolo sul Giornale di Medicina del New England in cui ha parlato della 'capacità divinatoria' di Oscar. Ai tempi, il gattone aveva dato 'l’estremo addio' a venticinque pazienti. Adesso siamo sulla cinquantina. Ne ha fatta, dunque, di strada collezionando defunti su defunti sul personale palmares!

Oscar, come i personaggi che si rispettino, ha anche la sua personale pagina immancabile su Facebook con fan e detrattori. Accanto a chi ne esalta le virtù, c'è chi ipotizza - ironizzando - che sia lui ad assassinare i pazienti.
A raccontare la singolare storia di Oscar, c’è anche un libro che s'intitola 'Il regalo straordinario di un gatto ordinario'. Su Facebook si legge che il testo è già nella top50 dei più venduti online. L'autore è, neanche a dirlo, il medico ha scoperto Oscar. David Dosa è medico geriatra ma anche docente universitario alla Brown University. Cura i pazienti con demenza senile alla clinica. "Per loro - afferma - Oscar è un conforto. Viene menzionato spesso anche nei loro testamenti".

Il dottor Dosa non riesce a dare una spiegazione medico-scientifica di quanto accade, ma ipotizza che il micione possa riconoscere l''odore della morte' o, almeno, la sua anticipazione. I pazienti in fin di vita, insomma, per il gatto farebbero puzza!
I gatti già dall'antichità - qui si ricorda l'Egitto - hanno accompagnato nel tempo l'immaginario dell'uomo, materializzando nel corpo da felino il mito, la superstizione e la magia. Con alterne vicende: adorati dai Faraoni, al rogo con le streghe nel medioevo. Per arrivare, infine, al nero dei giorni nostri. "Un colore - come ci racconta mirabilmente Raimondo Moncada nel suo umoristico libro “Ti tocca anche se ti tocchi” - che porta sfortuna è perciò causa di tante convinte toccatine nelle parti intime (n.d.r. palle!) soprattutto nel meridione d’Italia".

mercoledì 3 febbraio 2010

A teatro si muore dal ridere


Morire dal ridere si può. Ed anche ridere da morire. La commedia teatrale “Funeral Slivoviza” annuncia stragi di ridenti con la sua comicità nera e i suoi improvvisi colpi di scena! Lo spettacolo di Black Out Teatro e Teatro Elidan debutta domani 4 febbraio alle ore 21, al Cinema Teatro Nuovo di Varese. “Funeral Slivoviza” apre così allegramente la rassegna “Note di scena”, inserita nel circuito di “Sipari Uniti”.


“La commedia – riporta il sito del Teatro Elidan – è liberamente ispirata al film “Funeral Party. Lo spettacolo trae spunto dalla classica riunione di parenti susseguente alla perdita improvvisa del capofamiglia. Il triste evento, unito alla combinazione “diabolica” di fattori imprevedibili, scatena una reazione a catena di situazioni parossistiche incontrollabili, in un gioco teatrale di grande ritmo e tensione crescenti”.


Lo scrittore Raimondo Moncada - che sull’argomento ha già scritto il saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” divenuto un ricercato cult - ha dichiarato che se troverà un posto in aereo volerà in Italia per non perdersi lo spettacolo.


Sul quotidiano on line “Provincia di Varese”, leggiamo intanto una puntuale recensione della giornalista Barbara Rizzo. “Nel film l’ambientazione era la madre patria Inghilterra in cui la classica famiglia alto borghese, composta da madre, padre e due figli giovani-adulti, si appresta ad onorare il giorno del funerale del capostipite, prematuramente scomparso. “In una situazione altrettanto anglosassone: festa di addio al caro estinto con tanto di pranzo, brindisi e sbronza in agguato. Così, da un inizio semi-serio, si procede in accelerata con situazioni paradossali verso una comicità travolgente di cui Oz aveva già dato prova di una certa maestria. Molto si attingeva da ‘Quattro matrimoni e un funerale’, capostipite del filone ‘death comedy’, dove normalmente i comportamenti dei presenti sono vincolati alle regole cerimoniali, interrotti dall’inserimento di una serie di elementi-personaggi destabilizzanti. Sono questi “rompitori di schemi” che creano la situazione comica. Un “la” che dà il via al resto dei personaggi, aumentando sempre di più il ritmo in un intensificarsi di battute e sketch, tra chi cerca di salvare le apparenze e chi è involontario spettatore. E da questo aspetto ludico e conturbante parte ‘Funeral Slivoviza’ che trae spunto dalla classica riunione di parenti in seguito alla perdita del capo famiglia. Il triste evento, unito alla combinazione diabolica di fattori imprevedibili, sfrena una reazione a catena di situazioni parossistiche e incontrollabili, convergendo verso un finale esplosivo totalmente imprevedibile, dove la follia dei personaggi, unita alla scelta di regia, altrettanto folle, travolgono attori e platea in un solo ed unico gioco teatrale fortemente liberatorio”.


Lo spettacolo prosegue la linea di ricerca del Teatro Elidan e del gruppo BlackOut Teatro, sulla messa in scena di spettacoli teatrali ispirati a sceneggiature cinematografiche. La regia è di Daniele Braiucca. Il cast comprende gli attori: Giovanni Massari, Rolf Cock, Luisa Carabelli, Elisa Renaldin, Alessandra Fiori, Francesco Castiglioni, Simone Corà, Lucia Busnelli, Vania Gatto.

Il Carnevale Morto che fa schiattare dal ridere


Il Carnevale Morto esiste. È vivo e vegeto. Si celebra in Italia, a Montorio al Vomano, in provincia di Teramo, in Abruzzo. Non è uno scherzo. È proprio così. Originale! Non c’è che dire. La cruda realtà anche in questo caso ha superato la viva fantasia dello scrittore Raimondo Moncada che ha sciolto la sua fervida immaginazione nel libro satirico “Ti tocca anche se ti tocchi”.


Il “Carnevale morto” - leggiamo nel sito della Provincia di Teramo - è un antico e caratteristico rito che ripropone in chiave parodistica il "funerale dei festeggiamenti" in onore del carnevale vero e proprio organizzati dall’Associazione Pro Carnevale e dalla Pro Loco di Montorio, in collaborazione con altre associazioni della cittadina. La festa, anzi il funerale, si celebrerà il 17 febbraio. Del funerale c’è tutto: una vedova, un corteo vestito a lutto, una banda che intona la marcia funebre. Non ci sono i pianti perché ci si diverte. La morte è rappresentata per ridere, per trascorrere la fine del carnevale in allegria.

La storia. Risale attorno al 1928-29 la tradizione di festeggiare a Montorio il “Carnevale morto”. L’usanza sembra derivare dall’idea di alcuni giovani insofferenti del regime di quei tempi. Per tale ragioneera malvista dalle autorità e proibita dopo alcuni anni fino all’immediato dopoguerra. La manifestazione si drammatizza il giorno delle Ceneri, primo della Quaresima, simulando le esequie del Carnevale, appena passato, al quale i montoriesi rendono onore con spirito burlesco e beffardo, inscenando un canovaccio di satira paesana con le maschere vestite a lutto.

Il corteo. Una vera e propria parodia del rito funebre, decisamente sopra le righe, che ha inizio con la veglia alla fonte in via dei Mulini (ore 20.00) con la vedova del Carnevale, le maschere vestite a lutto e gli altri protagonisti che animeranno la serata; seguono il corteo funebre che si snoda per le vie del centro storico dietro la cassa da morto di Carnevale e le esequie solenni in piazza Orsini. I partecipanti mascherati a lutto, sotto la direzione artistica di Vincenzo Macedone, danno libero sfogo a tutta la vena comica popolare facendo della satira piccante, ma mai offensiva, condita da scenette improvvisate sulla base di un canovaccio prestabilito, su fatti e avvenimenti accaduti in paese nel corso dell’anno appena conclusosi. Vengono presi di mira politici, personaggi di spicco, semplici cittadini ma anche manifestazioni svolte nel corso dell’anno: tutti possono diventare inconsapevoli protagonisti delle satire. Il morto viene impersonato da una persona “di spirito” montoriese, che non è attore di mestiere, che senza alcuna preparazione ne dà un’interpretazione umoristica e fuori dagli schemi. Ad accompagnare il feretro pensa la banda cittadina, che alterna, nel suo incedere, marce funebri con brani di irriverente allegria. Il corteo si conclude in via dei Mulini dove il Carnevale (rappresentato da un fantoccio) viene buttato sul fiume Vomano dalla Madonna del Ponte e hanno inizio i festeggiamenti con vin brulè, preparato dal gruppo Alpini di Montorio, e castagnole offerti dall’organizzazione.

Per chi volesse partecipare al “Carnevale Morto” può rivolgersi alla Pro loco di Montorio al Vomano inviando una email a prolocomontorioalvomano@virgilio.it o telefonando al 347.70.69.705.

Cliccando su VIDEO potrete vedere un assaggio della manifestazione.

martedì 2 febbraio 2010

Gli avvoltoi della morte, l’Atif si incazza


L’Associazione Torinese Imprese Funebri (Atif) si è incazzata sul serio. Non ci sta a essere danneggiata da quei quattro (e forse di più!) mascalzoni che si spacciano per professionisti del funebre ed invece sono delle semplici iene. L’Atif lancia perciò l’Operazione Trasparenza. “Non vogliamo più passare, per colpa di pochi disonesti, come un branco di avvoltoi o una gang di banditi senza scrupoli. La stragrande maggioranza del nostro settore è costituita da seri professionisti che da decenni lavorano onestamente”.

L’Associazione raggruppa 33 imprese storiche e aderisce all’Ascom. Nel primo articolo del suo statuto costitutivo leggiamo che l’associazione è intesa a promuovere ed applicare l’etica professionale tra le imprese di onoranze funebri”. Obiettivo della nuova dura azione lanciata a inizio 2010 è “tutelare l’immagine della categoria e i diritti dei cittadini a scegliere liberamente anziché affidarsi a semplici slogan pubblicitari”.

È come se le profezie umoristiche contenute nel libro “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore europeo Raimondo Moncada si materializzassero ancora una volta. Nel libro si parla chiaramente di informatori specializzati capillarmente diffusi e di imprese funebri che si allenano per arrivare primi sul cadavere mettendo anche su dei veri e propri servizi segreti per accaparrarsi il morto di turno.


Le notizie sulla nuova iniziativa dell’Associazione Imprese funebri torinesi le estrapoliamo dal sito internet del giornale La Stampa di Torino. Per evitare il ripetersi di comportamenti “fuori legge” verificatisi in passato, l'associazione ha contattato le direzioni di tutti gli ospedali torinesi ''per mettere loro a disposizione gratuita un software di nostra ideazione nel quale, inserendo (in forma anonima) i decessi avvenuti in un determinato lasso temporale, relativi reparti di degenza e nominativi delle imprese funebri coinvolte, sia data la possibilità di elaborare una serie di dati da analizzare sotto tutte le angolazioni possibili e sicuramente utili ad individuare eventuali anomalie''.

Hanno dato disponibilità a collaborare gli ospedali Martini, Maria Vittoria, Amedeo di Savoia e Giovanni Bosco, mentre alle Molinette non è stato deciso nulla e il Mauriziano "non sembra interessato”.

“È nostra ferma intenzione - dice il presidente dell’Atif Ferruccio Benozzo - agire all’interno del sistema per dare una mano a sconfiggere definitivamente quel deprecabilissimo malaffare passato alle cronache nel corso degli anni come il fenomeno del ‘caro estinto’ e che più volte ha visto magistratura e forze dell’ordine intervenire nei confronti di addetti ospedalieri e di imprese funebri, ritenuti colpevoli di aver teso una rete di segnalazioni illecite in merito ai decessi in corsia. La stragrande maggioranza del nostro settore è costituita da seri professionisti che da decenni lavorano onestamente e penso sinceramente che anche molti di coloro che in passato hanno sbagliato, oggi, dopo aver chiuso i conti con la giustizia, si comportino in maniera del tutto lecita”.

Ma quella del 2010, non fa altro che riprendere una durissima presa di posizione assunta già nell’estate del 2009. Sul sito internet ufficiale dell’Atif si può leggere una nozizia risalente al 18 luglio 2009 dal titolo “Comunicazione sullo scandalo che coinvolge le onoranze funebri di Torino". La comunicazione è a firma del presidente dell’atif Ferruccio Benozzo. Ecco in esclusiva il testo integrale, che conferma quanto umoristicamente la fantasia dello scrittore Raimondo Moncada ha brillantemente descritto nella sua opera omnia “Ti tocca anche se ti tocchi”:

“Alla luce dello scandalo che sta colpendo per l’ennesima volta il settore delle onoranze funebri l’associazione A.T.I.F. desidera fare presente quanto segue: il problema delle gole profonde esiste da sempre ed è un fenomeno che tutte le associazioni di categoria, non ultima la nostra, e le istituzioni hanno sempre cercato, purtroppo invano, di arginare. Quanto sta accadendo, al di là dell’illegalità, è qualcosa di assolutamente disgustoso, immorale e contrario ad ogni etica umana e professionale: e oltre all’offesa vile recata a quei cittadini che stanno vivendo il dramma della malattia o del lutto, come accaduto in passato, viene lesa l’immagine di un settore che non è composto unicamente da avvoltoi, ma anche da professionisti seri e rispettosi non solo della legge, ma soprattutto del dolore delle famiglie.

La nostra associazione si è resa e si rende disponibile sempre a collaborare con le istituzioni per eliminare una volta per tutte il problema delle segnalazioni in ospedale, e invita i cittadini a segnalare eventuali comportamenti scorretti da parte del personale ospedaliero agli organismi competenti o alla nostra associazione.

Riteniamo però che il fenomeno debba essere valutato anche da un altro punto di vista: i volantini nelle buche delle lettere, così come i volantini sotto i parabrezza delle auto, la miriade di pullman allestiti ed i cartelloni giganteschi che tappezzano la nostra città (peraltro l’unica -ed abbondantemente criticata e fatta oggetto di dileggio- in Italia) sono ugualmente offensivi per chiunque stia vivendo il dramma del distacco da un proprio caro. In tempi non lontani le Associazioni di Categoria avevano proposto al Comune di Torino di annullare o limitare fortemente qualsiasi tipo di pubblicità invasiva riguardante il settore funerario: tale proposta era stata respinta, per cui tutt’oggi la nostra città è invasa da maxicampagne pubblicitarie dedicate a un settore in cui la discrezione, la pacatezza ed il basso profilo dovrebbero essere sempre messe al primo posto. Questo continuo bombardamento pubblicitario ci pare altrettanto lesivo dei diritti dei cittadini, della loro privacy e non ultimo dell’immagine di una città che grazie allo sforzo della sua Amministrazione ha dato il meglio per diventare una “città da visitare”.


Auspichiamo quanto prima un confronto con le istituzioni onde prendere provvedimenti per eliminare una volta per tutte il vergognoso problema delle segnalazioni in ospedale e regolamentare in modo corretto l’invasione pubblicitaria su Torino”.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...