sabato 27 febbraio 2010

Morti drogati, cocaina nel carro funebre


La droga non conosce confini. Neanche quelli ultraterreni. Vive nei defunti. La morte viene sfruttata dagli spacciatori per fare affari nel ricco mercato delle sostanze stupefacenti. Come dire che la droga dà la morte grazie alla morte!
In Piemonte, è finito in manette il titolare di una ditta di pompe funebri. È accusato di avere nascosto cocaina tra le casse da morto. La polverina bianca sarebbe stata destinata a una rete di piccoli spacciatori, Tra un funerale ed un altro, secondo gli investigatori, l’indagato avrebbe consegnato la cocaina trasportandola nel carro funebre, in modo da non destare sospetto.
L'imprenditore funebre è stato arrestato insieme a due suoi collaboratori.
A pizzicare il trio è stata la Criminal-pol, da sempre impegnata nella lotta alla criminalità organizzata, secondo cui i funerali sarebbero stati una copertura perfetta per fare soldi con la droga.
“Trasportare la droga su veicoli come quelli usati dalle agenzie funebri – hanno spiegato gli inquirenti - spesso evita il rischio di controlli. E’ noto, infatti, che certi mezzi godano di corsie preferenziali. La morte non si controlla perché della morte si ha rispetto”.
E l’imprenditore funebre accusato di spaccio di droga funebre l’avrebbe studiata proprio bene. Ma non tutto è andato per il verso sperato. L'imprenditore della morte si sarebbe tradito nel corso di alcune telefonate con i suoi sodali. Le intercettazioni, insomma, sono state letali.
I poliziotti sono andati a colpo sicuro e qualche giorno fa hanno trovato l’impresario del lutto pronto per un funerale, in “divisa”, abito e cravatta scuri.
Per lui le manette sono scattate subito. La cocaina sarebbe stata trovata, di buona qualità e in rilevante quantità, accanto al “de cuius” di turno le cui esequie sono state affidate ad un’altra impresa di pompe funebri ritenuta pulita e non pompata di droga.
Nel paese delle pompe funebri spacciatrici, non si parla d’altro. Pare che alcuni cittadini sospettassero qualcosa di anormale sul fatto che il beccamorto pizzicato avesse qualche scheletro nell’armadio. Saranno i magistrati a scrivere la parola verità su questo caso di “malasanità funebre”. Chi volesse approfondire l'argomento sulla "morte business" ci permettiamo di consigliare la lettura del libro umoristico "Ti tocca anche se ti tocca" dello scrittore Raimondo Moncada.

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