martedì 2 febbraio 2010

Gli avvoltoi della morte, l’Atif si incazza


L’Associazione Torinese Imprese Funebri (Atif) si è incazzata sul serio. Non ci sta a essere danneggiata da quei quattro (e forse di più!) mascalzoni che si spacciano per professionisti del funebre ed invece sono delle semplici iene. L’Atif lancia perciò l’Operazione Trasparenza. “Non vogliamo più passare, per colpa di pochi disonesti, come un branco di avvoltoi o una gang di banditi senza scrupoli. La stragrande maggioranza del nostro settore è costituita da seri professionisti che da decenni lavorano onestamente”.

L’Associazione raggruppa 33 imprese storiche e aderisce all’Ascom. Nel primo articolo del suo statuto costitutivo leggiamo che l’associazione è intesa a promuovere ed applicare l’etica professionale tra le imprese di onoranze funebri”. Obiettivo della nuova dura azione lanciata a inizio 2010 è “tutelare l’immagine della categoria e i diritti dei cittadini a scegliere liberamente anziché affidarsi a semplici slogan pubblicitari”.

È come se le profezie umoristiche contenute nel libro “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore europeo Raimondo Moncada si materializzassero ancora una volta. Nel libro si parla chiaramente di informatori specializzati capillarmente diffusi e di imprese funebri che si allenano per arrivare primi sul cadavere mettendo anche su dei veri e propri servizi segreti per accaparrarsi il morto di turno.


Le notizie sulla nuova iniziativa dell’Associazione Imprese funebri torinesi le estrapoliamo dal sito internet del giornale La Stampa di Torino. Per evitare il ripetersi di comportamenti “fuori legge” verificatisi in passato, l'associazione ha contattato le direzioni di tutti gli ospedali torinesi ''per mettere loro a disposizione gratuita un software di nostra ideazione nel quale, inserendo (in forma anonima) i decessi avvenuti in un determinato lasso temporale, relativi reparti di degenza e nominativi delle imprese funebri coinvolte, sia data la possibilità di elaborare una serie di dati da analizzare sotto tutte le angolazioni possibili e sicuramente utili ad individuare eventuali anomalie''.

Hanno dato disponibilità a collaborare gli ospedali Martini, Maria Vittoria, Amedeo di Savoia e Giovanni Bosco, mentre alle Molinette non è stato deciso nulla e il Mauriziano "non sembra interessato”.

“È nostra ferma intenzione - dice il presidente dell’Atif Ferruccio Benozzo - agire all’interno del sistema per dare una mano a sconfiggere definitivamente quel deprecabilissimo malaffare passato alle cronache nel corso degli anni come il fenomeno del ‘caro estinto’ e che più volte ha visto magistratura e forze dell’ordine intervenire nei confronti di addetti ospedalieri e di imprese funebri, ritenuti colpevoli di aver teso una rete di segnalazioni illecite in merito ai decessi in corsia. La stragrande maggioranza del nostro settore è costituita da seri professionisti che da decenni lavorano onestamente e penso sinceramente che anche molti di coloro che in passato hanno sbagliato, oggi, dopo aver chiuso i conti con la giustizia, si comportino in maniera del tutto lecita”.

Ma quella del 2010, non fa altro che riprendere una durissima presa di posizione assunta già nell’estate del 2009. Sul sito internet ufficiale dell’Atif si può leggere una nozizia risalente al 18 luglio 2009 dal titolo “Comunicazione sullo scandalo che coinvolge le onoranze funebri di Torino". La comunicazione è a firma del presidente dell’atif Ferruccio Benozzo. Ecco in esclusiva il testo integrale, che conferma quanto umoristicamente la fantasia dello scrittore Raimondo Moncada ha brillantemente descritto nella sua opera omnia “Ti tocca anche se ti tocchi”:

“Alla luce dello scandalo che sta colpendo per l’ennesima volta il settore delle onoranze funebri l’associazione A.T.I.F. desidera fare presente quanto segue: il problema delle gole profonde esiste da sempre ed è un fenomeno che tutte le associazioni di categoria, non ultima la nostra, e le istituzioni hanno sempre cercato, purtroppo invano, di arginare. Quanto sta accadendo, al di là dell’illegalità, è qualcosa di assolutamente disgustoso, immorale e contrario ad ogni etica umana e professionale: e oltre all’offesa vile recata a quei cittadini che stanno vivendo il dramma della malattia o del lutto, come accaduto in passato, viene lesa l’immagine di un settore che non è composto unicamente da avvoltoi, ma anche da professionisti seri e rispettosi non solo della legge, ma soprattutto del dolore delle famiglie.

La nostra associazione si è resa e si rende disponibile sempre a collaborare con le istituzioni per eliminare una volta per tutte il problema delle segnalazioni in ospedale, e invita i cittadini a segnalare eventuali comportamenti scorretti da parte del personale ospedaliero agli organismi competenti o alla nostra associazione.

Riteniamo però che il fenomeno debba essere valutato anche da un altro punto di vista: i volantini nelle buche delle lettere, così come i volantini sotto i parabrezza delle auto, la miriade di pullman allestiti ed i cartelloni giganteschi che tappezzano la nostra città (peraltro l’unica -ed abbondantemente criticata e fatta oggetto di dileggio- in Italia) sono ugualmente offensivi per chiunque stia vivendo il dramma del distacco da un proprio caro. In tempi non lontani le Associazioni di Categoria avevano proposto al Comune di Torino di annullare o limitare fortemente qualsiasi tipo di pubblicità invasiva riguardante il settore funerario: tale proposta era stata respinta, per cui tutt’oggi la nostra città è invasa da maxicampagne pubblicitarie dedicate a un settore in cui la discrezione, la pacatezza ed il basso profilo dovrebbero essere sempre messe al primo posto. Questo continuo bombardamento pubblicitario ci pare altrettanto lesivo dei diritti dei cittadini, della loro privacy e non ultimo dell’immagine di una città che grazie allo sforzo della sua Amministrazione ha dato il meglio per diventare una “città da visitare”.


Auspichiamo quanto prima un confronto con le istituzioni onde prendere provvedimenti per eliminare una volta per tutte il vergognoso problema delle segnalazioni in ospedale e regolamentare in modo corretto l’invasione pubblicitaria su Torino”.

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