I morti si
sposano. Davvero! Non è una balla. In Cina c’è un rito antico di due millenni e
mezzo. Se due persone sono schiattate prima di essersi sposate, non è un problema.
Da defunte possono lo stesso convolare a nozze. Il fatidico “sì” lo possono
pronunciare da cadaveri. Sposarsi da morti ha i suoi vantaggi. Consente di non
vivere in monotona solitudine l’eternità.
È una
notizia degna del libro “Ti
tocca anche se ti tocchi”, il best seller scritto dall’autore umorista Raimondo Moncada.
La leggiamo
sul sito del Corriere
dal titolo: “Cina, cadaveri riesumati e venduti per il rito di far sposare i
morti”. Nel sottotitolo si è più chiari: “Nelle zone rurali vige ancora la
credenza che i defunti senza moglie o merito restino soli nell’aldilà”.
La notizia
dà conto di quattro arresti nella provincia centrale dello Shanxi con l’accusa
“di aver disseppellito e venduto i cadaveri di dieci donne, destinate alla
tradizione dei matrimoni fantasma”. Sembra incredibile, ma è così.
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