mercoledì 6 marzo 2013

In Cina anche i morti si sposano


I morti si sposano. Davvero! Non è una balla. In Cina c’è un rito antico di due millenni e mezzo. Se due persone sono schiattate prima di essersi sposate, non è un problema. Da defunte possono lo stesso convolare a nozze. Il fatidico “sì” lo possono pronunciare da cadaveri. Sposarsi da morti ha i suoi vantaggi. Consente di non vivere in monotona solitudine l’eternità.
È una notizia degna del libro “Ti tocca anche se ti tocchi”, il best seller scritto dall’autore umorista Raimondo Moncada.
La leggiamo sul sito del Corriere dal titolo: “Cina, cadaveri riesumati e venduti per il rito di far sposare i morti”. Nel sottotitolo si è più chiari: “Nelle zone rurali vige ancora la credenza che i defunti senza moglie o merito restino soli nell’aldilà”.
La notizia dà conto di quattro arresti nella provincia centrale dello Shanxi con l’accusa “di aver disseppellito e venduto i cadaveri di dieci donne, destinate alla tradizione dei matrimoni fantasma”. Sembra incredibile, ma è così. 

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