domenica 13 febbraio 2011

Funerale a lieto fine: il morto rivive al cimitero


Inni alla vita. Dal libro scaramantico e porta fortuna “Ti tocca anche se ti tocchi”, al rito tradizionale pseudo-religioso con tanto di processione musical-lacrimale al cimitero. Accade a Cuba, il paese dei sigari e delle donne bone. Ci segnala un servizio della sezione tv di Repubblica.it che da oltre 30 anni, alla periferia dell'Avana, va in scena il rito del “Pachencho”. Un corteo funebre accompagna il feretro al camposanto. Pianti, disperazione, baci, abbracci, fazzoletti bagnati. Il prete, la vedova, i parenti... La banda che accompagna il maestoso mesto corteo. Una città in strada che avanza. Alla fine, nel luogo dell’ultimo addio, l’inaspettato colpo di scena, come in un film americano. Il morto, senza denti, con grande sorpresa generale si risveglia dentro la fossa: “Cucù!”. C’è chi grida al miracolo: “Evviva il morto!”. Il defunto vivo scatena la festa popolare con balli, canti e musica. Il miracolo del morto vivo si ripete miracolosamente ogni anno.
È una bizzarra cerimonia che, sostengono gli organizzatori, porta benessere e prosperità, una delle tante allegre manifestazioni in periodo pre Carnevale a cui, toccandosi, fa ampio riferimento Raimondo Moncada nel suo saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”, divenuto un best seller anche nell’isola di Cuba, uno dei libri più letti da Fidel Castro. Si racconta che almeno una volta al mese il compagno Fidel si metta in mano l’opera, esca dal palazzo leggendola a viva voce in comizi pubblici davanti a folle oceaniche plaudenti.





P.S. Si ringrazia per la fattiva e attenta collaborazione l'amico umorista Lino Giusti e il suo esilarante, pungente, purgante, graffiante, innaffiante blog umoristico Crepapelle.

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