lunedì 18 ottobre 2010

Horror business, agenzia viaggi: bus per Avetrana


"Agenzia viaggi organizza gite turistiche per Avetrana. Serietà, cortesia, divertimento, professionalità. Prezzi concorrenziali. Si assicura tour nei luoghi dell’orrore. Si mettono a disposizione guide ed esperti di ogni tipo: criminologi, opinionisti, psicologi, psicoterapeuti, indovini, maghi, semiologi, somatologi, esperti del macabro, esperti di espressione facciale, esperti di fisiologia delle emozioni e menzogna, massaggiatori, moralisti… Si garantisce posto in prima fila nelle postazioni delle dirette televisive di Rai, Mediaset, La7 o tv locali. In regalo macchine fotografiche digitali per scattare foto ricordo. In dono anche telecamere per riprendersi e montare il film della vita. No perditempo. Soddisfatti o rimborsati. Per i tour, si mettono a disposizione autobus e pullman gran turismo dotati di tutti i confort. Si noleggiano scooter, fuoristrada, macchine di grossa cilindrata per fregare sul tempo gli altri numerosi curiosi e morbosi in assalto. Si organizzano anche gite scolastiche di fine anno da tutt’Italia e tour su caratteristici carretti trainati da cavalli. Prezzi stracciati con sconti allettanti in caso di comitive e famiglie. Ci si riserva di organizzare dei treni speciali."
L’inimmaginabile, ci hanno dimostrato gli ultimi eventi di cronaca, può divenire realtà. Fra poco, dunque, ci potremmo anche aspettare che avvenga quanto sopra macabramente descritto visto cosa è accaduto nel trascorso fine settimana ad Avetrana. Folle di curiosi hanno assaltato il paese della povera Sarah Scazzi, impegnando non poco le forze dell’ordine. In molti hanno scattato foto, girato video, sbirciato negli ingressi delle case dei parenti della sfortunata ragazza. Alcuni dei turisti dell'orrore, circondando durante le dirette televisive gli inviati delle principali tv nazionali, hanno pure dichiarato ai cronisti: “E’ una vicenda che ci ha toccato da vicino”.
Il rapporto tra le persone e la morte, tra l’informazione e le tragedie, tra la tv del dolore e il pubblico, tra la sofferenza e l’auditel, è uno degli argomenti affrontati con amaro umorismo nel libro “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada. Il caso di Avetrana è inquadrato nel capitolo dal titolo “I decessi che tirano”.
La verità, purtroppo, è una: più dolore c’è e più si alza la tiratura dei giornali, più ci sono lacrime e più impazzisce lo share delle trasmissioni televisive, decretandone il successo. E allora, cinicamente si pensa ma non si dice, ben vengano i decessi che fanno notizia così ci sono più dirette, così si ha di che parlare, così si vende meglio la pubblicità, così con il mostro e la vittima di turno si ha di che intrattenere un pubblico che, come dimostrano inchieste e sondaggi, in Italia ama sempre di più il sangue e la cronaca nera. Ma non si deve dire.

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