martedì 11 maggio 2010

Becchino al volante di una bara a motore


Una bara trasformata in un’automobile sportiva. Una bella cassa da morto che cammina, anzi, che sfreccia - assicura il costruttore - alla velocità massima di 160 chilometri orari. Da non crederci. Questa geniale idea è venuta ad un eccentrico becchino inglese, Phil Bisset, di 62 anni.
Era una vita che inseguiva questo sogno!
Mister Bisset ha acquistato la bara non in un’agenzia di pompe funebri ma su internet. E a buon mercato. Si è messo su eBay, ha scelto la cassa che più si adattava al suo progetto (peso di 75 chilogrammi con scanalature e alettoni aerodinamici) e l’ha ordinata per meno di 100 sterline. Poi subito al lavoro per trasformare l’interno della bara in un comodo abitacolo e per far diventare l’esterno della cassa funebre la carrozzeria di una fiammante automobile da corsa.
La sua originale macchina-bara personalizzata l’ha fabbricata nel suo garage di Romford, nell’Essex.
Il singolare necroforo britannico ha messo sotto al cofano, un motore di una Volkswagen del 1972, poi parti di una vecchia Ford, più altri pezzi trovati in giro. Ne è venuta fuori una monoposto sportiva stile british dalle fattezze davvero toccanti.
La bara volante, al termine del processo costruttivo, è stata decorata da un esperto tatuatore con diversi tatuaggi e scritte a dir poco macabre. Due frasi, in particolare, attirano l’attenzione dell'osservatore: “I put the fun in funerals” (traduciamo terra terra con: il mio divertimento è nei funerali) e “I see dead people” (traduciamo sempre terra terra: Io vedo morti). Con queste scritte funebri e con la bara motorizzata portata in giro rumoreggiando per le vie del Regno Unito, si spiega il motivo per cui molti inglesi cerchino di evitare di incrociare il veicolo del becchino Bisset e molti altri inglesi - seguendo l’intelligente insegnamento di tanti emigrati siciliani - si tocchino di continuo il magico apparato scaramantico.
Nonostante rischi di diventare lo zimbello di Romford, il becchino costruttore pare non perdersi d'animo. Anzi ci scherza pure sopra, come gli ha suggerito la lettura del libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore siciliano Raimondo Moncada.
"Io amo molto la mia macchina – dice divertito Phil Bisset - e non è detto che non possa essere l'auto giusta per portarmi al cimitero, quando sarà la mia ora...".
Una cosa è sicura. Se Bisset vuole affrettare i tempi, non deve far altro che pigiare sul pedale dell’acceleratore e raggiungere i 160 all'ora. Allora, su un’auto funebre fumante, la sua ora potrebbe arrivare prima del previsto.

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