venerdì 31 dicembre 2010

Il furto da becchino è più grave


Ladro di cimitero si può accettare. Ladro becchino no! È gravissimo. Se vieni beccato al camposanto a rubare spacciandoti da becchino ti becchi l’aggravante e l’aumento della pena. Lo sancisce la giurisprudenza e non il saggio umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”.
Un uomo è stato condannato per furto aggravato in relazione ad una serie di furti messi a segno in un camposanto fiorentino dove si fingeva addetto alla cura delle tombe. Lo apprendiamo dall’Agenzia AdKronos tramite il sito Diretta News.
La Quarta sezione penale ha bocciato il ricorso del finto becchino, facendo notare che legittimamente è stata applicata l’aggravante dato che “per non destare sospetti nei visitatori e per giustificare la sua presenza in un luogo da dove poteva agevolmente studiare i comportamenti dei visitatori e scegliere le vittime, l’imputato si era finto un addetto alla cura delle tombe intento a bagnare i fiori deposti sulle sepolture”. Tale condotta, annotano ancora i giudici, “configura una attività insidiosa e fraudolenta diretta a sorprendere e soverchiare la vittima”, poiché “simulando la cura dei fiori, l’imputato si pose nella posizione per osservare i movimenti dei visitatori senza essere sospettato”. Una condotta che, in definitiva, evidenzia “non solo il carattere fraudolento, ingannevole, ma dimostra il rilevante ruolo ai fini dell’abbassamento delle difese della vittima e del buon esito della condotta illecita”.
Inutilmente l’uomo, già condannato dalla Corte d’Appello di Firenze, ha obiettato che non poteva essergli applicata l’aggravante del furto dato che, a suo dire, “l’oggetto sottratto costituito da una borsetta era al di fuori della sfera di protezione della proprietaria, che l’aveva lasciata incustodita sul tappetino dell’auto fuori dal cimitero”.

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