domenica 28 novembre 2010

Iglesias, di scena l’arte della morte


“Il corpo sottratto”, ovvero due giornate dedicate al tema della morte attraverso la poesia, l'arte, il cinema, performance dal vivo. La manifestazione, giunta alla sesta edizione, si tiene a Iglesias, cittadina sarda in provincia di Cagliari. L’idea di promuovere l’evento è dell’associazione culturale “Vox 2000”.
Il "Corpo Sottratto", è realizzato con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Iglesias. La direzione artistica è di Maurizio Saiu, mentre quella organizzativa è affidata a Monica Mariani.

Oggi, domenica, il secondo appuntamento nel suggestivo palcoscenico del Cimitero Monumentale di Iglesias per una serata che coinvolgerà artisti, cantanti, musicisti, giovani studenti in una performance dal vivo dal titolo “All’ombra di un cipresso”. La performance mira a riscoprire gli spazi tipici della morte per riviverli come luoghi vitali. L'evento, per la regia di Maurizio Saiu, guiderà il pubblico alla visita del cimitero monumentale, ricco di storie e memoria cittadina, attraverso il canto, la musica e la danza.

Grazie a "Il corpo sottratto", un argomento considerato tabù è indagato attraverso i linguaggi dell’arte, della filosofia, della musica e della poesia da artisti, filosofi, musicisti, ricercatori e studenti. Il tentativo è quello di far luce su ciò che maggiormente inquieta e fa soffrire gli uomini. È la stessa strada percorsa, ma con la chiave dell’umorismo, dallo scrittore Raimondo Moncada nel libro “Ti tocca anche se ti tocchi

L’altro ieri, venerdì, il primo appuntamento. Nella sala “Lepori” della scuola Eleonora d'Arborea, si è tenuto il convegno su “I linguaggi dell'arte nei rituali funebri e nelle visioni simboliche: discorsi, canti e immagini intorno al tema della morte”. L’artista Josephine Sassu ha raccontato i tanti aspetti della percezione della morte nell’arte, attraverso i quadri di Rembrant, Picasso, Mantegna, Caravaggio e Michelangelo, fino ai contemporanei Serrano e Cattelan. La cantante e attrice Clara Murtas ha, invece, interpretato la vita e la morte attraverso il canto di “anninnias” ed “attittidos”. L’etnomusicologo Ignazio Macchiarella ha evidenziato l'importanza del cantare funebre come elemento di condivisione della sofferenza. Al termine della serata, è stato proiettato il cortometraggio “Deu ci sia”, per la regia di Gianluigi Tarditi e realizzato da “Ophir Production”. Il film narra di una Sardegna di fine Ottocento, dove emerge oscura e silenziosa la “femina aggabadora”, figura leggendaria della tradizione che abbreviava le sofferenze ai moribondi, nell'intensa interpretazione di Murtas.

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