lunedì 1 novembre 2010

Defunta cacciata per vita sessuale sofferta


Integrata di sesso. Un supplizio. Non degna, anche in cenere, di stare da congiunta defunta accanto al congiunto vivo.
Potrebbe essere tradotto in questi crudi termini una vicenda che, come ci riferisce l’Agenzia di stampa Ansa, ha suscitato ilarità ma anche indignazione nel cimitero di un paesino padovano, Tombolo. Qui un arzillo 83enne si è preparato la propria lapide incidendovi sopra un atto d’accusa verso la moglie, defunta nel 2008: “Vita sessuale sofferta, non perdono Flavia, le sue ceneri non qui”.
Sembra di leggere un passo del libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada!
Sulla lapide, così come leggiamo e vediamo sul sito on line del quotidiano Mattino di Padova, “c'è la fotografia dell'anziano, in posa ieratica”. “E sotto la scritta: «N. 9-12-1926», la sua data di nascita. A fianco una scritta su un foglio, a mano, dove ci dovrebbe essere la data di morte: «M. Attendo. O decido. Rino B.». Come dire: mi affido al destino, oppure vedrò di darci da solo una mano.”
La moglie era morta nell’aprile del 2008, a 82 anni, e le sue spoglie erano state cremate. L’anziano, scrive l’Ansa, si è presentato ieri nel camposanto di Tombolo, portando a mano la pesante lapide, che poi ha sistemato in un loculo della tomba di famiglia, per una sepoltura preventiva con «sgarbo» coniugale.

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