mercoledì 25 novembre 2009

Tatuaggio con 223 nomi di soldati uccisi


Il corpo umano può anche diventare una lapide, un monumento ai caduti. Tutto è possibile nella vita, come ci ha insegnato lo scrittore siciliano Raimondo Moncada con il suo libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”.
Cosa ci racconta, ancora una volta, di così sorprendente la cronaca? Shaun Clark, ex soldato britannico dell'ottavo battaglione fanteria in servizio dal 1989 al 1996, è andato nell’officina del proprio tatuatore di fiducia e si è fatto incidere sulla epiedermide ben duecentoventitre nomi di militari inglesi morti in Afganistan. È ricorso al tatuaggio, ha spiegato, per non dimenticare il sacrificio dei soldati di Sua Maestà, duecentoventitre nomi che l’ex soldato Shaun Clark porterà sulla schiena per sempre, fino alla morte, perché quei soldati sconosciuti sono il tributo che l’Inghilterra ha finora pagato alla guerra in Afghanistan.
Ci sono volute quattro ore per farseli tatuare tutti. È stata un lunga e dolorosissima opera di incisione che potrebbe però non essere terminata. L’Afganistan non è del tutto pacificato e quell’elenco scolpito a carne viva sulla schiena potrebbe non essere ancora finito. Ma Shaun Clark si è detto pronto ad aggiornare il triste registro dei caduti, se necessario, ogni anno, nel giorno della Rimembranza: l’Armistice Day.
«Non mi interessa dover soffrire per qualche giorno – ha raccontato Clark al Daily Mail – se questo permette alle persone di sapere cosa sta veramente succedendo là fuori e a me di raccogliere soldi per i ragazzi che tornano a casa feriti. All’inizio, la mia famiglia pensava che fossi impazzito, ma poi hanno capito le mie intenzioni e ora mia moglie mi appoggia totalmente. So che sarà una cosa dolorosa, ma non è niente se paragonato a quello che vivono le nostre truppe ogni singolo giorno al fronte. E anche se avrò buona parte del corpo coperta da questi 223 nomi, non mi interessa perché è il mio modo per onorare questi uomini e donne coraggiosi per il resto della mia vita».
Lo scopo dell’ex militare dell’VIII Battaglione Light Infantry, è quello di raccogliere 500 sterline (pari a poco meno di 554 euro) a favore di «Help for Heroes», una charity che aiuta i militari feriti in battaglia e che in poco più di due anni ha già raccolto oltre 30 milioni di sterline (più di 33 milioni di euro) grazie a più di 10mila iniziative private.

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