mercoledì 14 ottobre 2009

"Bruno Pizzul è morto!" "No, sono vivo!"


"Mamma mia... è morto Bruno Pizzul!". Un messaggio sulle pagine di "Yahoo! Answers" ha gelato oggi il mondo dello sport e non solo quello. In tanti ci hanno creduto e si sono lanciati in comprensibili espressioni di cordoglio e di commosso ricordo: "Viva Bruno Pizzul: è stato un grande!" "Ci mancheranno le sue storiche radiocronache". "Ci mancherà la sua grande professionalità". "Onore a Bruno Pizzul!"
Commento del diretto interessato: "Ridiamoci su!"
Ridiamoci su!? Ma come? Non sei morto? Non sei volato in cielo come ci ha informato il veloce tam tam su internet?
Sì, Bruno Pizzul è morto, ma solo sul web, solo su Facebook, solo sui portali di news, solo per Wikipedia per qualche oretta. Per la vita reale, la notizia della sua dipartita si è dimostrata una non notizia, una notizia non controllata scritta sul web da un internauta e rilanciata da diversi siti internet non controllando la sua veridicità. A smentire la sua morte è stato lo stesso celebre telecronista della Rai: Bruno Pizzul in carne ed ossa, ma solo dopo aver terminato la partita a scopa che stava giocando con un gruppo di amici. La morte può attendere! C'è tempo, tanto tempo, un lungo tempo! Non sono morto, sono vivo e vegeto. E mi sto divertendo. Ridiamoci sopra! Il mio decesso è solo una falsa notizia. Una bufala della rete.

Non è la prima volta che capitano cose del genere. Non è la prima volta che si fanno morire le persone. Succede, specialmente con personaggi celebri. E succede poi che, nonostante le smentite, ti rimanga il dubbio. Ti chiedi: ma il vivo dato per morto è veramente vivo? O è una bufala la smentita all'annunciato decesso?
Per avere conferma sulla salute dell’amato giornalista, leggi l’articolo pubblicato sul sito del Corriere dal titolo: Pizzul: «Io morto sul web? Ridiamoci su» oppure recati a casa del telecronista per toccarlo mentre si tocca oppure vai direttamente al circolo dove si diverte a settanta anni a giocare a scopa e a fare le telecronache delle sue vittorie a carte.
Per sorridere su questo e altri argomenti leggi “Ti tocca anche se ti tocchi” di Raimondo Moncada.

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