mercoledì 28 ottobre 2009

Morti di serie A e di serie cadetta


I morti sono tutti uguali? No, assolutamente no. Ci sono morti di serie A e morti di serie B. E’ come nel calcio, nel rugby, nella pallacanestro, nel volley. Non cambia nulla. C’è la massima serie e c’è la serie cadetta. Ma anche nella stessa serie, ci sono morti e morti. Morti fortunati e morti sfigati.
Vediamo cosa è accaduto di recente a Giampilieri, uno dei centri del Messinese più colpiti dall'alluvione dei primi di ottobre. Una tragedia che ha seminato morte e distruzione.
Leggiamo sul Corriere la lettera di un cittadino (e non è l’unico) che denuncia il differente grado di attenzione delle Istituzioni (ma non solo delle Istituzioni) tra questa tragedia e altre disgrazie parlando appunto di vittime di serie A e vittime di serie B. Non è solo una percezione. Lo notiamo tutte le volte verificando il diverso impatto che le tragedie, i drammi, le disgrazie hanno sui media nazionali. I morti del centro nord “bucano” di più e più facilmente il video dei morti del centro sud. È una cosa incredibile che si ripete sempre. Un incidente stradale con un morto a Roma o a Milano non è la stessa cosa di un incidente con 4-5 vittime in una strada della Sicilia. Il povero morto milanese e romano si conquista velocemente i titoli del tg e le prime pagine dei giornali che pompano, amplificano la tragedia provocando commozione. I 4-5 morti siciliani fanno invcece grande fatica a conquistarsi una notiziola sulla carta stampata. Si debbono raccomandare al Signore prima di raggiungerlo in cielo.
A chi o a cosa dare la colpa? Una verità è questa. Fermandoci al giornalismo, l’importanza della notizia dipende non dalla notizia in sé ma dalla qualità delle persone coinvolte e dal complesso delle notizie che si hanno in quel giorno. Le disgrazie si ”pesano” e gli si dà una priorità. Per cui lo stesso tipo di morte, un giorno viene sparato nei titoli del tg o a tutta pagina di un quotidiano mentre un altro giorno non viene considerato.
Ma l’importanza di un avvenimento dipende anche dalle immagini che si hanno a disposizione e dalla vicinanza al luogo della disgrazia di un giornalista della testata. Fa più notizia l’incidente di un poveraccio che si è scorticato la caviglia nel centro di Roma se l’evento (prima, durante o dopo) è stato ripreso da telecamere oppure fotografato. Se contemporaneamente avviene una strage al sud ma non ha alcuna copertura di immagini andrà incontro a una sconfitta terribile, ad una umiliazione plateale. Nel caso di Giampilieri, se i media spengono i riflettori la tragedia non ha più importanza per le istituzioni e per l’opinione pubblica. Ma intanto se non succede niente di nuovo anche la tragedia non fa più notizia e viene dimenticata.
Un dubbio: in cielo esistono differenze e graduatorie tra i nostri cari defunti?
Di regole e scelte giornalistiche sui decessi, di trattamento della morte, di morti e disgrazie di serie A e di serie B parla anche Raimondo Moncada in un capitolo del suo libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocca” edito dalla Csa Editrice.
Nella foto, un monumento che ritrae una mano indicante il cielo eretto a Joppolo Giancaxio (paesino in provincia di Agrigento)

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