venerdì 30 aprile 2010

Caro estinto è Cosa Nostra


I tentacoli della piovra sui morti. La mafia mette le mani sul business dei defunti. È l’atto d’accusa dei magistrati siciliani della Procura di Catania che hanno coordinato l’inchiesta della Dia, Direzione Investigativa Antimafia, denominata “Cherubino” che ha portato all’arresto di 16 persone su 18 indagati.
A Catania, in caso di lutto, ci sarebbe una "famiglia" che pensa a curare ogni particolare, dal decesso alla sepoltura: il tutto per un prezzo variabile da 1500 a 3000 euro. In definitiva, un giro d'affari ingente che si aggiunge o si sostituisce al tradizionale business fatto di estorsioni, tangenti e prestiti a usura.
Un quadro descritto con accenti grotteschi ed in modo illuminante nel libro umoristico "Ti tocca anche se ti tocchi" dello scrittore siciliano Raimondo Moncada.
"Industria del caro estinto, la mercificazione della morte, un immondo sciacallaggio nei confronti di persone che sono psicologicamente indifese: i familiari di defunti in un momento di grandissimo dolore". E’ quanto ha affermato il procuratore della Repubblica Vincenzo D'Agata commentando l'inchiesta “Cherubino” sul presunto monopolio da parte della 'famiglia' mafiosa locale nel mercato delle onoranze funebri nel capoluogo etneo. Per il sostituto procuratore Giuseppe Gennaro “tutto era possibile grazie alla collaborazione di personale che era presente in ospedale”. Secondo il capocentro della Dia di Catania, Filippo Di Francesco, che ha svolto le indagini, “il gruppo agiva in maniera manageriale, con riunioni e meeting per stabilire la gestione operativa e la divisione degli utili della loro attivita". Dai dati della Dia emerge che nel 2006 il gruppo etneo di Cosa Nostra avrebbe curato 2.050 funerali nel Catanese, il 50 per cento di quelli celebrati in tutta la provincia etnea.
È quanto riporta l’Agenzia Ansa.
La Direzione investigativa antimafia ha eseguito una vasta operazione antimafia in tutto il catanese nei confronti di presunti esponenti alla cosca catanese. Tra gli indagati ci sono persone ritenute elementi di spicco di Cosa nostra nei cui confronti, a vario titolo, sono stati ipotizzati i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, illecita concorrenza e corruzione. Le indagini della Dia sul monopolio del 'caro estinto' hanno preso avvio dopo il ritrovamento, nel 2005, di armi nell'obitorio dell'ospedale cittadino che portarono alla ricostruzione delle dinamiche in evoluzione all'interno del clan, che culminarono con un duplice omicidio nel settembre del 2007. Il meccanismo, di quello che gli investigatori definiscono “l'industria del caro estinto”, è stato ricostruito alla Procura di Catania anche grazie alle dettagliate dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia. Secondo l'accusa, è stato così possibile svelare il metodo da 'monopolio' sulle onoranze funebri che sarebbe stato basato su "una consolidata connivenza tra soggetti appartenenti al corpo infermieristico degli ospedali e l'azienda del clan".
Così come riporta sempre l’Ansa, gli investigatori ritengono che il clan etneo sarebbe riuscito a ottenere il monopolio assoluto della gestione del 'caro estinto' all'ospedale, con la complicità di custodi del reparto necroscopico e di infermieri ausiliari che li avrebbero informati su persone che stavano per morire o già decedute. Per ogni 'segnalazione' l'informatore avrebbe ricevuto in cambio 200-300 euro.
Un racket, quello del caro estinti, produttivo per tutti.

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