mercoledì 17 marzo 2010

Eredità dei morti muore con gli eredi


Dall'eredità all'esproprio: le dieci cause civili più lunghe”. È il titolo di un’inchiesta giornalistica sulla giustizia lumaca pubblicata sul quotidiano La Repubblica a firma di Elsa Vinci e Piero Colaprico. Il trapasso dei beni materiali del defunto dopo la morte del de cuius può attendere anche il naturale decesso degli eredi. Questo il messaggio. Il giornale riporta un caso curioso avvenuto in Sicilia che aggiungiamo alle storie strane ed anche fantastiche o verosimili raccontate dallo scrittore siciliano Raimondo Moncada nel suo libro umoristico "Ti tocca anche se ti tocchi".
“Nel paese dei contenziosi infiniti”, i due giornalisti di Repubblica stilano “la top ten dei processi senza tempo di una giustizia lenta che il governo non tocca”. Tra i casi più emblematici dei ritardi della giustizia, tra i processi più lunghi d'Italia, Repubblica segnala il caso denominato “Liberty palermitano”. “L'arretrato del contenzioso civile, nel suo dato generale – scrive il giornale - è gigantesco. Nella relazione annuale il Guardasigilli parla di 5 milioni e 625.057 procedimenti da definire. I più longevi riguardano le successioni: le cause per l'eredità del "caro estinto" possono durare decenni, come se fossero una maledizione e non una benedizione. A Palermo (Pirandello aveva buon materiale per le sue commedie) il record è della famiglia T., che litiga da 35 anni. Ci sono due sorelle e un fratello: tra loro i beni dei genitori da dividere, una villa storica e un terreno. Trent'anni di contenzioso tra tribunale, appello e Cassazione per arrivare (infine) a un accordo privato tra le parti”.
I babbaluci in Sicilia - ci vuole dire Repubblica - vanno più veloci della giustizia lumaca.

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