sabato 27 marzo 2010

Un defunto in diamante da portare al collo


Un tesoro di morte! Un ciondolo con un diamante ricavato dalle ceneri, per portare per sempre con sé, al collo, il caro estinto. Viene dalla Svizzera l’ultimo costoso grido del settore funerario. Un'idea che, insieme ad una sfilza di bare, carri funebri, urne e ogni altra novità su cimiteri e affini è al Tanexpo, la fiera che ospita 200 espositori da molti paesi inaugurata il 26 marzo a Bologna.
E' la cremazione a fare la parte del leone. C’é chi trova modi originali per valorizzare le ceneri e “mettere in luce” i parenti defunti. Come il gruppo Algordanza, dal cantone dei Grigioni, che riesce, con un processo chimico, a trasformare i resti dei nostri cari in pietre preziose sintetiche, di diversi tagli e grandezze. Ogni diamante, spiega all’agenzia Ansa Christina Sponza, responsabile marketing, a seconda della composizione chimica dei resti, ha sfumature di colore diverse. Una pietra che rimarrà unica, come unica era la persona che non é più con noi.
Un'altra opportunità è quella di contribuire, dopo aver cessato di respirare, a preservare il polmone del pianeta. Affidandosi ad Amazon's Green Tribute, società colombiana, si può acquistare un fazzoletto di terra in Amazzonia, dove le ceneri verrano sparse. Impedendo, per 20 anni, che quel pezzetto venga deforestato.
Un occhio all'ambiente arriva poi dalla provincia di Udine, con le eco-bare in bambù o cartapesta colorata del gruppo 'Futura'. Anch'esse per la cremazione e hanno diversi vantaggi, tra cui le ridotte emissioni e l'impatto sociale, visto che sono confezionate in Bangladesh. E all'uomo che da sempre si inventa modi per mantenere viva la memoria di chi è sottoterra, una mano ora arriva dal digitale. Cornici, resistenti al sole e alla pioggia, potranno essere sistemate sulle lapidi. Al posto della monotona e fissa foto in ceramico, proporranno ai passanti immagini e anche video delle diverse epoche della vita, regalando un vero e proprio ricordo “mobile”, una memoria cinematografica sempre viva.
Sempre per innovare l'immagine tradizionale di cimitero, un gruppo della facoltà di architettura di Valle Giulia a Roma, ha progettato “Facetomb”. Maxipannelli con il volto dei morti, al posto della copertura delle tombe: un modo, spiegano i ricercatori perché "i defunti ci mettano la faccia". Non mancano infine i gadget, di cui fanno incetta i curiosi: dai taglieri, ai portachiavi, alle scatole di caramelle a forma di cofani, fino all"elisir di lunga vita del becchino, un intruglio di erbe portato dalla Germania. Sull'etichetta: "Risveglia lo spirito vitale, dona allegria e conforto e rinforza il sistema immunitario". Se non fosse per il lavoro di chi lo consiglia, suonerebbe come un auspicio.
Altre divertenti curiosità dall’universo dei defunti e dal mondo terreno dell’industria funebre, si trovano nel libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore Raimondo Moncada edito dalla Csa Editrice. Una sorta di saggio, di viaggio, dove trovare battute divertenti, curiosità, invenzioni, statistiche, assurdità, riflessioni e tant'altro su un business che non avrà mai fine (fino a quando almeno, scrive l'autore, non mettano a punto l'elisir di lunga vita per tutti gli attuali mortali abitatori della terra ed allora sarà la morte per l'industria funebre della morte!)

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...