giovedì 18 marzo 2010

Teatro tra la vita e la morte


“Beffe della vita e della morte”. È il titolo dello spettacolo portato in scena dalla Compagnia del Teatro della Posta Vecchia di Agrigento. L’opera è ispirata agli atti unici “All’uscita” e L’uomo dal fiore in bocca” del drammaturgo Luigi Pirandello. Il lavoro, per la regia di Renato Giordano, si avvale della partecipazione degli attori agrigentini Nino Bellomo, Giovanni Moscato e Rosamaria Montalbano, con la presenza del piccolo Salvatore Lo Bello. La messinscena dello spettacolo è in programma al teatro della Posta Vecchia di Via Giambertoni, sotto Via Atenea nel cuore del centro storico di Agrigento.
L’evento sarà articolato in vari appuntamenti fruibili sia da parte delle scuole che da un pubblico più adulto. In particolare gli spettacoli serali andranno in scena sabato 20 marzo alle ore 21.00 e domenica 21 marzo alle ore 18.00 mentre da martedì 16 marzo sino al prossimo sabato 20, ogni giorno alle ore 9.30, la matinée sarà dedicata agli studenti. L’iniziativa rivolta alle scuole tende ad utilizzare il teatro anche a fini educativi, quale mezzo di espressione artistica e culturale, poiché costituisce un aspetto fondamentale della cultura e delle identità locali ed ha un insostituibile valore intellettuale, sociale e formativo.
I due atti unici costituiscono una sola ideale commedia in cui sono sintetizzate alcune delle ossessioni di Luigi Pirandello: il gioco delle apparenze di qua e di là della morte, il guizzo della vita che palpita e fugge, il rapporto tra forma e sostanza nonché tra illusioni e realtà. Nell’atto unico “All’uscita” Pirandello fa muovere i suoi personaggi dinanzi al cancello di un Cimitero. Si tratta di defunti ancora legati all’esistenza da un ricordo, da un sentimento, da un’idea, prima di dissolversi del tutto. Essi si soffermano all’uscita del cimitero riprendendo le apparenze vane che si diedero nella vita. Nell’incontro-scontro i tre protagonisti, cioè il filosofo, l’uomo grasso e la donna uccisa, troveranno la definitiva via d’uscita da “questo volubile granello di terra perduto nei cieli”. Anche nell’atto unico “L’uomo dal fiore in bocca” è dominante la rappresentazione del dramma del personaggio pirandelliano, inquadrato in particolari stati d’animo ed atmosfere dove un sommesso e delicato lirismo non riesce a cancellare l’amara e dolente realtà di un destino beffardo e malizioso.

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